Cantieri a rischio, il governo taglia le ore di formazione sulla sicurezza. La protesta dei sindacati: «Così i lavoratori rischiano»

Sarà possibile fare tutto il corso in e-learning, anche le prove sul campo. Nessun obbligo specifico per le aziende che ottengono i subappalti

È destinata a far discutere la bozza finale del nuovo accordo Stato-Regioni per la sicurezza sul lavoro, che – scrive oggi la Repubblica – taglia da 16 a 10 le ore di formazione obbligatorie per i lavoratori dei settori ad alto rischio. Il testo, preparato dal ministero del Lavoro, doveva essere adottato per volere del governo Draghi entro giugno 2022 ma i tempi si sono allungati. Ora il documento ha raggiunto la sua bozza finale e tra le novità introdotte c’è anche una sforbiciata alle ore di formazione per chi lavora nei cantieri a rischio. Fino ad oggi le regole erano ripartite in tre fasce: 4 ore obbligatorie per i settori a rischio basso, 8 ore per i settori a rischio medio, 12 ore per i settori a rischio alto. Il testo preparato dal dicastero di Marina Elvira Calderone fa saltare questo sistema. D’ora in poi si passa a 6 ore per tutti: due ore in più per i lavori a rischio basso, ma sei in meno per quelli a rischio più elevato.


I punti controversi

Non solo: le nuove regole prevedono la possibilità di seguire il corso a distanza, in modalità e-learning, anche per la formazione specifica da fare sul campo: procedure di primo soccorso, di esodo, movimentazione merci e non solo. Tra gli altri punti controversi del documento c’è poi la questione dei subappalti. Secondo le nuove regole, infatti, la formazione resta in capo all’azienda affidataria e non a quella che sta in cantiere a seguire gli operai. Infine, la questione dell’accreditamento. Il nuovo accordo allarga il perimetro di chi può fare formazione anche a chi non ha alcuna esperienza pregressa. I primi a protestare contro il nuovo accordo Stato-Regione sono i sindacati. «Le 16 ore sono un limite minimo già troppo basso – dice Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea Cgil -. Passare a 10 ore significa mettere a rischio la salute e la sicurezza dei lavoratori. L’ennesimo schiaffo di questo governo».


La protesta delle opposizioni

Ma le critiche arrivano anche dai partiti di opposizione, con Maria Cecilia Guerra, responsabile lavoro del Partito Democratico, che critica anche le regole più flessibili concesse per i subappalti dei corsi di formazione. «Come si può, dopo la strage di Brandizzo, prevedere che il modulo specifico “Cantiere”, pensato per il dirigente o il datore di lavoro nei cantieri temporanei e mobili, riguardi solo l’impresa affidataria e non l’impresa che effettivamente opera in quei cantieri? Non si è ancora capito che è proprio nella catena dei subappalti che si annida il rischio maggiore di incidenti sul lavoro?», chiede l’esponente dem. Sulla stessa linea anche il Movimento 5 stelle, con cinque deputati – Valentina Barzotti, Davide Aiello, Stefania Ascari, Carmela Auriemma, Dario Carotenuto e Riccardo Tucci – che annunciano un’interrogazione alla ministra Calderone per portare la vicenda in parlamento.

Credits foto: ANSA/Ciro Fusco | Il flash mob #BastaMortiSulLavoro organizzato da Cgil, Cisl e Uil in piazza del Plebiscito, a Napoli, nel 2021

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