L’altra Brandizzo: la strage fotocopia in Sicilia che finì con l’assoluzione dei vertici di Rfi

Il precedente di Butera. E le differenze

Mentre Rete Ferroviaria Italiana dopo la strage di Brandizzo chiude i contratti di Sigifer e vuole licenziare Antonio Massa, spunta un precedente della strage che è costata la vita a 5 operai. A Butera, in Sicilia. Il 17 luglio 2014 gli operai Antonio La Porta, Vincenzo Riccobono e Luigi Gaziano muoiono dopo l’investimento del treno regionale 12852. La procura di Gela ricostruisce la vicenda. Che parte da un guasto che necessita dell’interruzione della linea. Sei manutentori vengono inviati e divisi in due squadre a distanza di 8 chilometri. La linea non viene interrotta. Quando arriva il treno la prima squadra riesce a spostarsi. L’altra squadra deve sistemare uno sghembo di 8 millimetri. Che però si trova «dopo una curva chiusa con scarsa visibilità». Alle 17,45 un operaio chiama il dirigente operativo della sala controllo di Palermo «per sapere se passano treni».


La ricostruzione

«Nessun treno per 40 minuti», è la risposta. La telefonata che costa la vita ai tre operai dura 25 secondi. La Stampa racconta che dall’indagine risulta che i tre erano stati mandati sul posto senza giacche per garantire la visibilità e altri dispositivi di sicurezza. La procura rinvia a giudizio i responsabili operativi e l’amministratore delegato di Rfi e la società degli operai. Ma secondo i giudici, sia in primo grado che in appello, l’ipotesi trova riscontro solo in un paio di «testimonianze imprecise, titubanti e contraddittorie». Viceversa i documenti aziendali provano centinaia di interruzioni di linea, talvolta per molti giorni. Dunque «solo il giorno dell’incidente stranamente la linea non fu interrotta, con una condotta anomala» sconosciuta ai quadri e vertici aziendali. Alla fine il giudice dà la colpa dell’errore proprio agli operai.


Il dirigente condannato

E al dirigente che al telefono assicurò che i treni non stavano arrivando. Due anni di carcere, è la decisione del giudice. La procura valuta ora il ricorso in Cassazione. Ma tra Butera e Brandizzo ci sono anche differenze. Gli operai siciliani erano dipendenti di Rfi. E la linea siciliana era a bassa circolazione. Non c’era quindi un grande interesse a mantenerla aperta.

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