Caso Meredith, Amanda Knox chiede la revoca della condanna per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba

La donna aveva additato il barista di Perugia come responsabile dell’omicidio, nonostante fosse totalmente estraneo ai fatti. A ottobre la decisione dei supremi giudici

Amanda Knox ha chiesto l’annullamento della condanna definitiva a tre anni di reclusione per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba, nell’ambito del processo per l’omicidio di Meredith Kercher per il quale lei e Raffaele Sollecito sono stati assolti. La cittadina statunitense ha presentato ricorso in Cassazione sulla base di uno degli articoli introdotti dalla riforma Cartabia e dopo che la Corte europea dei diritti dell’uomo ha riconosciuto la violazione dei suoi diritti nel corso dell’indagine. Ad assistere Knox nell’iter giudiziario sono i suoi storici legali Carlo Dalla Vedova e Luca Luparia Donati. Il ricorso sarà esaminato dai supremi giudici a inizio ottobre e sono tre i possibili esiti: il respingimento del ricorso, la revoca della sentenza di condanna per calunnia oppure la disposizione di un nuovo processo. Questa terza possibilità è considerata molto remota anche dai legali di Knox, che puntano però ad avanzare una richiesta di danni in caso di annullamento della condanna per calunnia. L’avvocato Carlo Dalla Vedova ha fatto sapere all’Ansa che Amanda Knox, in attesa del secondo figlio, non sarà in Italia per l’udienza della Cassazione. «Ha sempre considerato ingiusta l’accusa di calunnia perché ritiene di non avere commesso quel reato», ha spiegato il legale.


Chi è Patrick Lumumba

Al tempo dell’omicidio di Meredith Kercher, Patrick Lumumba – di origini congolesi – era il proprietario di un bar a Perugia in cui Knox aveva lavorato per qualche tempo. Ed è proprio quest’ultima ad averlo additato come responsabile dell’omicidio durante le indagini, nonostante l’uomo sia risultato poi totalmente estraneo ai fatti. Da qui la decisione del tribunale di condannare l’americana per il reato di calunnia. A opporsi alla richiesta di annullamento della condanna è ora lo stesso Lumumba. «Il mio assistito si è costituito da subito parte civile nei confronti di Knox e tale rimane in ogni atto processuale», ha detto all’Ansa il suo avvocato Carlo Pacelli. Lumumba fu arrestato nel 2007 proprio in base alle dichiarazioni di Knox, ma dopo due settimane venne scarcerato, prosciolto e riconosciuto come estraneo al delitto. A risultare decisiva fu la testimonianza di un professore svizzero, che aveva conservato lo scontrino della serata del delitto trascorsa nel pub che l’allora indagato gestiva nel centro di Perugia. Fu lui a dire agli inquirenti che in quel momento Lumumba era al lavoro.


Credits foto: ANSA/Elisabetta Baracchi | Amanda Knox durante una conferenza all’Università di Modena, 15 giugno 2019

Leggi anche: