Il ministro Fratin e il nucleare: «Superiamo i due referendum, le rinnovabili non bastano»

Il responsabile dell’Ambiente: presto il deposito delle scorie

Il ministro della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin dice che le energie rinnovabili non bastano a garantire il fabbisogno energitico dell’Italia. E rilancia sul nucleare. In un’intervista a la Repubblica l’esponente del governo Meloni si definisce come il ministro dell’Ambiente «più nuclearista di sempre». E dice di voler sdoganare il tema a livello nazionale. Con l’adeguata copertura politica, visto che Azione e Italia Viva hanno approvato alla Camera due mozioni che invitano a inserire l’atomo nel mix energetico del Belpaese. Ma oggi nel colloquio con Luca Fraioli il ministro va anche oltre. E annuncia che prenderà presto una decisione sul deposito nazionale delle scorie, eredità della prima stagione del nucleare all’italiana. Quella interrotta dal referendum del 1986.


Le scorie

«Nessuno vuole le scorie vicino casa, ma poi quando si porta un familiare in ospedale a fare una pet non ci si pone il problema di come verranno gestiti i rifiuti radioattivi generati da quell’esame clinico», esordisce il ministro. E sul deposito annuncia la presentazione di un provvedimento «che apre alle autocandidature. Credo che ci possano essere. Non darò un anno, neppure sei mesi: non è intenzione del governo dilazionare ancora». Il deposito arricchirebbe i territori coinvolti, che avrebbero delle premialità. Sulle centrali nucleari invece l’ostacolo sono proprio i due referendum: «L’opinione prevalente degli studiosi è che nei referendum fu chiesto agli italiani di esprimersi sul nucleare di prima e seconda generazione, quello di Chernobyl per intendersi. Ora le cose sono molto cambiate. Un illustre giurista mi ha detto: la bici e la Ferrari sono due mezzi di trasporto, ma un referendum sulle bici non può estendersi alle auto sportive. Aldilà delle interpretazioni giuridiche, è chiaro che per procedere è importante creare consenso».


Il realismo

Pichetto invita al realismo: «Noi puntiamo a eliminare prima il carbone, poi il petrolio, e a conservare il gas fino a che le rinnovabili saranno abbastanza sviluppate da raggiungere la neutralità carbonica nel 2050. Ma nel lungo periodo la continua richiesta di energia sarà tale da dover prevedere l’uso di fonti che garantiscano, al contrario delle rinnovabili, continuità nell’erogazione dell’energia. Proprio come il nucleare». Poi il ministro ricorda che il nucleare «è nella tassonomia green della Ue e che gli esperti lo considerano irrinunciabile per la sicurezza energetica del futuro, in aggiunta alle rinnovabili».

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