Il discorso di Giorgia Meloni all’Onu: «Guerra globale contro i trafficanti di esseri umani»

La premier a New York conferma l’appoggio all’Ucraina e la cooperazione con l’Africa

«Sono convinta che sia dovere di questa organizzazione rifiutare ogni ipocrisia su questo tema e dichiarare una guerra globale e senza sconti ai trafficanti di esseri umani». La presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel suo discorso alle Nazioni Unite punta sulla lotta all’immigrazione clandestina. L’intervento che arriva a conclusione della sessione serale dell’Assemblea Generale a New York serve ad affermare le linee guida del governo. L’appoggio all’Ucraina e la condanna all’aggressione russa. La cooperazione con l’Africa in nome di Enrico Mattei. Il controllo sull’Intelligenza Artificiale. E la riforma del Consiglio di Sicurezza. Ma la priorità è la guerra globale ai trafficanti di esseri umani. L’intervento serve anche a spegnere le polemiche sull’assenza al ricevimento di Joe Biden con visita alla pizzeria Ribalta di New York.


L’appello e l’emergenza

Per questo l’appello che lancia la premier nel suo primo discorso al Palazzo di Vetro che chiude la missione americana è a rifiutare le ipocrisie in tema di immigrazione. Quelle ipocrisie che nel tempo «hanno fatto arricchire a dismisura i trafficanti». E a combatterli con ogni mezzo per affrontare l’emergenza. Mentre dall’altro lato vanno affrontate «le cause alla base della migrazione». Con l’obiettivo di «garantire il primo dei diritti, che è il diritto a non dover emigrare». E quindi coinvolgere le nazioni più povere, che subiscono più di tutti il conflitto contro Kiev. Con quella scelta di creare «il caos nel quale si infiltrano i trafficanti di esseri umani». Mentre con i paesi africani troppo a lungo sfruttati bisogna «invertire la rotta». Ovvero «abbandonare l’approccio predatorio e puntare su partnership alla pari». Come vuole fare l’Italia, che darà «il buon esempio» con il suo Piano Mattei.


La difesa delle nazioni

Per Meloni la difesa delle nazioni, delle identità, delle patrie, l’uso della ragione e non della forza, sono «le chiavi per affrontare insieme le sfide di un’epoca complessa». Tornando allo spirito dell’Onu delle origini. Non solo per la guerra di aggressione all’Ucraina, di fronte alla quale l’Italia «ha scelto da che parte stare». Ma soprattutto per governare le migrazioni. Un tema su cui l’Onu non può «voltarsi dall’altra parte». L’altra sfida è quella dell’intelligenza artificiale. Che rischia di avere effetti «devastanti» sul lavoro e non può essere «una zona franca». Bisogna, dice Meloni, «dare un’etica agli algoritmi». Per dare applicazione pratica al concetto di “algoretica”. Ovvero l’etica degli algoritmi. Affinché la tecnologia sia al servizio dell’uomo e non viceversa.

Wojtyla

Il discorso si conclude con una citazione di Karol Wojtyla. «Su questi e molti altri temi si dimostrerà la nostra capacità di governare il nostro tempo. La nostra capacità di fare quello che in questa sede, il 2 ottobre del 1979, un grande uomo, un santo e uno statista come Papa Giovanni Paolo II, ci ricordava, e cioè che l’attività politica, nazionale e internazionale, viene dall’uomo, si esercita attraverso l’uomo ed è per l’uomo».

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