Velletri, marito rifiuta l’affetto alla moglie: il tribunale lo costringe a pagare le spese della separazione

Secondo i giudici, il 37enne è venuto meno al proprio dovere coniugale di supporto morale nei confronti della coniuge

Si chiudeva in uno stato di «isolazionismo affettivo» il 37enne di Rieti che per il divorzio dalla moglie dovrà versare l’assegno di mantenimento e pagare le spese legali di 7,600 euro. La decisione sulla coppia arriva dal tribunale di Velletri e tra le motivazioni contro il l’uomo c’è il suo «atteggiamento inerte». Visto che ha preferito «isolarsi rispetto alle esigenze di coppia». E questo «non appare rispettoso dei doveri nascenti dal matrimonio». Ovvero, il 37enne sarebbe venuto meno l’impegno preso nel giorno delle nozze. La storia ha inizio nel 2018, quando la moglie, poco più anziana di lui, in seguito ad anni di crisi, decide di presentare ricorso per chiedere la separazione. I due si erano sposati nel 2014, ma la situazione aveva iniziato ad incrinarsi nel 2016, quando a lei venne riconosciuta un’invalidità.


Le versioni della coppia

Da lì, stando alla versione della donna, il coniuge si sarebbe lentamente ritirato dalla relazione. Si legge dei «continui ed ingiustificati rifiuti di intrattenere rapporti affettivi e sessuali nonché la mancanza di qualsivoglia attenzione nei confronti della moglie rendevano intollerabile la prosecuzione della convivenza». Secondo la donna, quindi, se la relazione si è deteriorata, la responsabilità è solo dell’uomo. Di tutt’altro avviso lui: «Il matrimonio è stato connotato da una condizione di conflittualità a causa del comportamento ossessivo ed oppressivo» della moglie che aveva dato vita a «un clima familiare teso e che reiterati litigio avevano portato ad una lenta disgregazione della vita coniugale tanto da rendere impossibile anche l’intimità di coppia», cita Il Messaggero.


La motivazione

Chiaramente, il marito non poteva essere costretto dalla moglie ad avere rapporti intimi contro la sua volontà. Il negato consenso, però, secondo il tribunale, fa pendere la colpa della fine della relazione verso il marito. Che è quindi costretto a sobbarcarsi le spese legali. Nelle parole dei giudici, «il comprovato e pacifico atteggiamento di chiusura e di isolazionismo del marito rispetto ai rapporti intimi e, in generale, rispetto alle reiterate richieste di affetto da parte della moglie determina una ingiustificata violazione dei doveri coniugali relativamente al dovere di assistenza morale che comporta l’addebito della separazione al marito. Né d’altro canto, vale affermare che il rapporto coniugale fosse connotato da un’elevata conflittualità e che non vi fosse spazio per le manifestazioni affettuose di coppia come sostenuto dal marito. Poiché la vita matrimoniale, come più sopra evidenziato dev’essere caratterizzata dall’assistenza morale e dal rispetto reciproco».

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