Catania, inchiesta sul rimpatrio forzato di 150 orfani ucraini: indagata una tutrice per violenza ed estorsione

Secondo l’accusa, Yulia Donnichenko avrebbe chiesto soldi ad alcune famiglie della zona per agevolare l’arrivo dei bambini

C’è una persona indagata per l’inchiesta della procura di Catania sul presunto rimpatrio forzato di alcuni minorenni orfani in Ucraina. Oggi, venerdì 22 settembre, la polizia postale della città siciliana ha eseguito una serie di perquisizioni. Il decreto – emesso dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dal sostituto Francesco Camerano – è stato eseguito nei confronti di Yulia Donnichenko, tutrice di alcuni bambini. La donna è ora indagata per diversi reati. Innanzitutto, violenza privata e minacce. Due ipotesi di reato aggravate, secondo l’accusa, dal fatto che i destinatari delle violenze e delle minacce sono minorenni orfani. Ma Donnichenko è indagata anche per estorsione e tentata estorsione. Secondo i pm, infatti, la donna avrebbe chiesto soldi ad alcune famiglie italiane per agevolare l’arrivo di ragazzi ucraini in Italia o per la loro adozione.


L’inchiesta

L’inchiesta della procura, come ricostruisce il Fatto Quotidiano, riguarda al momento circa 150 minorenni arrivati in Italia da orfanotrofi ucraini alla ricerca di una famiglia e di un posto al sicuro dalla guerra, con alcuni dei “genitori affidatari” che speravano di poterli adottare. Lo scorso luglio, il tutore – nominato dal console ucraino – ha disposto il loro rientro in patria per motivi di studio. Alcune famiglie si sono opposte e molti giovani hanno detto di voler restare in Italia «per paura della guerra e della morte». Il tribunale di Catania però non ne ha voluto sapere e ha stabilito che non c’è «interesse legittimo» da parte delle famiglie che hanno ricevuto gli orfani ucraini in affido. A quel punto, è stata la procura di Catania a intervenire e fare ricorso al tribunale civile. I pm hanno chiesto e ottenuto la nomina di un curatore speciale e bloccato, almeno per ora, il rientro dei bambini in Ucraina.


Nella foto di copertina: la procura di Catania

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