La bufala di Luc Montagnier e il Coronavirus manipolato con l’HIV

Il chirurgo plastico Roy de Vita ripropone un vecchio intervento del Premio Nobel, ma le fonti vennero ampiamente smentite

Il Premio Nobel Luc Montagnier, deceduto nel febbraio 2022, viene ancora citato per le sue teorie prive di fondamento scientifico. Di recente, al fine di sostenere la contestata ospitata di Citro da parte di Marcello Foa su Rai Radio1 (analizzata qui), il chirurgo plastico Roy De Vita riporta a galla una teoria infondata diffusa dallo stesso Montagnier nel 2020: quella del “nuovo Coronavirus manipolato con l’HIV”. Di fatto, le fonti citate dal Premio Nobel risultano completamente errate per sostenere la sua teoria.

Per chi ha fretta

  • Viene riproposto un intervento di Luc Montagnier del 2020 durante la trasmissione francese Pourquoi docteur.
  • Montagnier cita come fonti uno studio farlocco di un suo “collega” e uno indiano che venne ritrattato e ritirato.
  • Nessun altro studio, dal 2020 ad oggi, sostiene la teoria diffusa da Montagnier.

Analisi

Ecco una schermata dell’intervento di Montagnier all’interno di un recente video di Roy de Vita:

Il video circola dal 2020, quando Montagnier fu ospite del programma . Alcuni post dell’epoca vengono recentemente condivisi rilanciando l’infondata teoria:

Sta facendo il giro del web, e del mondo, un’intervista andata in onda su Cnews al premio Nobel Luc Montagnier, che ha presentato i risultati dei suoi studi sul Coronavirus. Il virologo francese ha spiegato che ci sono gli elementi per ritenere che non si tratta di un virus frutto dell’incrocio tra uomo e animale (bagolino), diffusosi a partire dal mercato del pesce di Wuhan, come affermato ufficialmente dalla Cina. In realtà, per Montagnier, il Covid-19 sarebbe frutto dell’inserimento di piccole catene di Hiv all’interno del virus originario: un lavoro di biologia molecolare realizzato presso un laboratorio di Wuhan e in parte sovvenzionato anche dagli Usa, con l’obiettivo di realizzare un vaccino contro l’Aids.

Le parole di Montagnier ospite di Pourquoi docteur

Diverse testate giornalistiche, incluso Il Riformista, riportarono le parole del Premio Nobel espresse durante la trasmissione francese Pourquoi docteur:

Con il mio collega, il biomatematico Jean-Claude Perez, abbiamo analizzato attentamente la descrizione del genoma di questo virus Rna. Non siamo stati i primi, un gruppo di ricercatori indiani ha cercato di pubblicare uno studio che mostra che il genoma completo di questo virus che ha all’interno delle sequenze di un altro virus, che quello dell’Aids. Il gruppo indiano ha ritrattato dopo la pubblicazione. Ma la verità scientifica emerge sempre. La sequenza dell’Aids è stata inserita nel genoma del coronavirus per tentare di fare il vaccino dell’HIV.

Lo studio farlocco del “collega” di Montagnier

Montagnier cita come “esperto” Jean-claude Perez, dichiarando di aver analizzato insieme al lui il genoma del nuovo Coronavirus. Partiamo da un fatto: c’è una ricerca pubblicata a riguardo, ma risulta assente la firma di Montagnier.

Chi è Jean-claude Perez? Non si tratta di un virologo o di un genetista, ma di un ex ingegnere della IBM che si occupava di biologia teorica. Jean-claude Perez aveva pubblicato, nell’edizione di febbraio 2020 della rivista International journal of research granthaalayah (poi pubblicata a marzo), una ricerca intitolata «Wuhan covid-19 synthetic origins and evolution». Ciò che risulta curioso è che – a parte la ricerca firmata dal solo Perez – tale rivista risulti nella black list delle riviste predatorie redatta dal debunker Jeffrey Beall. Per rivista predatoria si intende una pubblicazione che non esegue una revisione dei contenuti, pubblicando qualsiasi articolo anche a pagamento.

Riportiamo l’analisi della ricerca di Perez pubblicata da Enrico Bucci, Adjunct Professor presso la Temple University di Philadelphia e titolare della società di revisione degli articoli scientifici Resis srl:

In questo articolo si afferma di aver trovato la prova “matematica” della artificialità del genoma del coronavirus. In realtà, si tratta di un indigeribile minestrone di parole, dal significato nullo (per controllo, ho chiesto anche a qualche matematico), il quale ha una caratteristica precipua: quella di essere in buona parte plagiato da precedenti scritti dello stesso autore, in cui le stesse parole sono usate per dimostrare le più varie cose sulle sequenze di Dna umano, dei Neanderthal e di tantissime altre specie. Come se non bastasse, anche le figure che dovrebbero servire a dimostrare quanto sostenuto dall’autore sono riciclate, persino all’interno dello stesso manoscritto: se il lettore volesse divertirsi, confronti per esempio la figura 34 con la 39. In poche parole, il cosiddetto articolo scientifico di Perez, con cui Montagnier ha collaborato anche in occasioni precedenti, è incomprensibile immondizia plagiata (come si può verificare con qualunque software antiplagio), pubblicata su una rivista spazzatura.

Lo “studio” dei ricercatori indiani

Montagnier cita uno «studio» dell’Università di Nuova Delhi del 31 gennaio 2020 intitolato «Strane somiglianze di inserti unici nel coronavirus 19 di proteine di HIV», successivamente ritrattato e ritirato. Non solo, tale teoria venne poi smentita da uno studio pubblicato a metà febbraio 2020 dal titolo «HIV-1 did not contribute to the 2019-nCoV genome». Il Premio Nobel, durante l’intervento nel programma francese, cercò di sostenere lo studio ritirato degli indiani attraverso quello farlocco del “collega” Perez.

Conclusioni

La teoria diffusa da Montagnier sul “nuovo Coronavirus manipolato con l’HIV” risulta di fatto priva di fondamento scientifico. Le fonti citate dal Premio Nobel durante la trasmissione francese sono del tutto inconsistenti, ma soprattutto non vi sono stati ulteriori sviluppi a sostegno delle sue teorie.

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