Saman Abbas, sul corpo della ragazza nessuna traccia del Dna di genitori, zio e cugini: la perizia degli esperti in aula

Gli anatomopatologi forensi hanno raccontato in aula le poche verità che il corpo della giovane, rimasto sepolto oltre un anno e mezzo, ha potuto svelare

Sugli indumenti, gli accessori che indossava, sotto le unghie. Non è stata trovata traccia del Dna dei cinque imputati per l’omicidio di Saman Abbas. Padre, madre, zio e i due cugini. Lo hanno riferito nell’Aula della Corte d’Assise di Reggio Emilia i periti Cristina Cattaneo, Biagio Leone e Roberto Giuffrida, il team di anatomopatologi nominati dal Tribunale, da mesi impegnati nelle analisi dei resti trovati il 19 novembre scorso non lontano dalla casa della famiglia della ragazza a Novallara. Sono emersi invece due profili genetici, uno maschile e uno femminile, che non risultano legati ai parenti della vittima. Gli esperti hanno passato al setaccio cinque metri quadrati di terreno, dove è stata sepolta la giovane, per trarne più elementi possibili. «Il corpo era molto compromesso – ha detto la Cattaneo -. L’esumazione è stata complicata dell’incastro della testa e dei piedi dentro due nicchie create nella fossa». 


«Morta per asfissia meccanica dovuta a frattura dell’osso ioide»

La comparazione dei resti con il profilo della dentatura ricavato dalle foto sorridenti ha permesso al team di identificare la 18enne. Saman Abbas è morta «per asfissia meccanica dovuta a frattura dell’osso ioide», spiegano in aula, presumibilmente da strozzamento a mani nude. La sua agonia «potrebbe essere durata anche otto minuti», ha detto Cattaneo. Infine, il corpo della vittima è stato posto nella buca che era stata precedentemente scavata – stando agli accertamenti – solo con badili compatibili con quelli ritrovati nella casa di Campagnola in cui abitavano lo zio e i due cugini. L’indicazione del luogo di “sepoltura” era arrivato dal carcere direttamente dallo zio di Saman Abbas, Danish Hasnain, lo scorso novembre. Da allora sono partiti gli accertamenti: un’autopsia durata quasi un anno, lunga quasi 500 pagine, depositata nei giorni scorsi scorsi nel fascicolo del processo.


Il padre si è rifiutato di guardare le immagini del cadavere della figlia

Davanti alla Corte d’Assise, il padre di Saman Abbas, Shabbar, si è rifiutato di guardare le immagini del cadavere della figlia. La giovane è stata uccisa nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021 nelle campagne di Novellara, dove abitava con la famiglia. Secondo l’accusa è stata punita per essersi ribellata a un matrimonio forzato con un cugino in patria, nonché per il suo vivere troppo ribelle. 

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