Roma, una ragazza denuncia una violenza sessuale nel campo rom: nessuno le crede

All’epoca delle accuse aveva appena otto anni. La madre, la nonna e un’amica la smentiscono in aula

Una ragazza di 19 anni di etnia rom ha denunciato abusi sessuali da parte del padre, partiti da quando aveva appena 8 anni. Ma durante il processo la madre, la nonna e un’amica si sono presentate in tribunale per dire che non le credono. La madre ha raccontato in Aula come è venuta a sapere della denuncia: «Era dicembre 2020 ed eravamo a casa, ero tornata dal lavoro, non mi ricordo se l’avessi presa da scuola e lei mi ha detto che mi doveva dire una cosa, in sostanza che il padre l’aveva palpeggiata. Ma quando lo raccontava era tranquilla», ha detto. Lei ha sostenuto in aula che il marito avesse negato tutto. Poi, dopo una contestazione del pm, ha ricordato che aveva ammesso di «averle tastato qualche volta il seno per gioco». La donna ha spiegato che si era rivolta a un’associazione che si occupa di abusi e maltrattamenti.


Le testimonianze

«Ci hanno detto che non potevano aiutarci e che dovevamo andare al consultorio», ha dichiarato in ula. Ma, racconta il Messaggero, ha detto che la versione della figlia non era credibile perché la ragazza non era mai rimasta sola con l’uomo quel giorno. La stessa versione l’ha data la nonna: «Non è mai rimasta sola con lui perché in casa c’ero sempre io, lavoravo solo quattro ore la mattina». Anche la sua amica ha confermato. «Mi ha raccontato di questa vicenda. Una sera che ho dormito a casa sua avevo sentito il ragazzo dire “se vedo tuo padre lo ammazzo”. Così avevo chiesto spiegazioni e la mattina dopo mi ha detto che il padre aveva abusato di lei dagli 8 ai 12 anni. Io all’inizio le ho creduto ma poi, poiché conoscevo bene il padre, ci ho ripensato».


Corruzione di minore

La denuncia era stata fatta nel 2021 al Nucleo operativo della Squadra mobile. Prima dell’interrogatorio della vittima, però, i familiari avevano cercato di convincere la figlia a ritrattare: «Devi dire che papà ti faceva solo il solletico, o lo manderanno in galera e sarà solo colpa tua». Le violenze sarebbero iniziate nel 2012, quando la famiglia, composta da genitori, nonna e due figlie, viveva nel campo rom della Monachina, sull’Aurelia. E sarebbero continuate anche dopo il trasferimento in un appartamento in zona Casalotti, fino al 2018. L’uomo è accusato, oltre che di violenza sessuale aggravata perché commessa nei confronti della figlia minore di 10 anni, anche di corruzione di minore in quanto l’avrebbe costretta anche a vedere un video pornografico «dove comparivano personaggi dei cartoni animati nudi».

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