Alessandria, il pensionato che ha subito l’amputazione di una gamba «a causa delle liste d’attesa nella sanità»

Aldo Z. adesso vive in una Rsa

Aldo Z., 75 anni, è un pensionato di Alessandria. Oggi vive in una Rsa. Perché, racconta a la Repubblica, a causa di alcune visite saltate e delle liste d’attesa ha perso una gamba. La visita prima di routine e poi urgente è slittata di sei mesi. E lui ha dovuto subire un’amputazione urgente dell’arto appena sopra il ginocchio. «Avevo problemi di circolazione dal 2018», racconta lui. Poi, con il Covid, alcune visite sono slittate. E allora è arrivata prima l’amputazione di due dita del piede: «Mi avevano dato gli anti-infiammatori per un sacco di tempo. Ma evidentemente non era mica quello il guaio». Tutto per colpa di una setticemia. Poi l’attesa per i controlli sempre più lontani. Quindi l’intervento dei servizi sociali. Poi arriva un attacco di cuore. E, con quello, il ricovero al pronto soccorso. Dove gli esami sono tardivi ma accertano la necrosi. «Potevano tagliare sopra o sotto il ginocchio. Hanno preferito tagliare sopra perché costa meno. Me l’hanno anche detto. Io non ci potevo credere». Sarebbero bastati invece un ecodoppler e una visita angiologica: «Se avessi avuto i soldi gli esami li avrei fatti in privato. Ma non ero abbastanza grave per aspettare dei mesi la visita. Senza quel coccolone sarei morto di cancrena». Il Tribunale per i diritti del Malato si è interessato alla sua situazione e lo ha fatto entrare in una residenza per anziani. Aldo ha una pensione di 600 euro al mese. Adesso sta aspettando la protesi: «Mi hanno assicurato che è quasi pronta. Manca solo una parte del ginocchio». Attende da più di un anno. Ma, dice, «non è colpa dei signori delle protesi. Loro ce la mettono tutta. Lo sbaglio lo hanno fatto all’inizio. Stavo male, ma per loro non stavo male abbastanza».


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