I due poliziotti arrestati perché facevano da talpe per lo spacciatore, gli arresti a Palermo: «Non chiamare, usa Telegram»

Lo spacciatore si sfogava al telefono con la madre: «Se parlassi io, mezza squadra mobile si porterebbero tutti»

Facevano letteralmente da “talpe” all’interno della polizia per uno spacciatore due agenti della Squadra mobile di Palermo, arrestati con l’accusa di corruzione, peculato e falso. In manette è finito il vicesovrintendente Fabrizio Spedale e il collega Salvatore Graziano, che secondo quanto emerso dalle indagini avevano intascato appena 200 euro e ricevuto quattro scooter per tenere informato lo spacciatore delle mosse dei colleghi e di eventuali indagini che potevano coinvolgere lo spacciatore, Ignazio Carollo, anche lui arrestato. I due agenti indagati avrebbero anche fornito Carollo di 25 kg di hashish, frutto di un sequestro della polizia di Palermo. Spedale e Graziano avevano falsificato i verbali, facendo figurare che in realtà avevano distrutto la droga.


A incastrare i due agenti è stata proprio un’indagine su Carollo, che dalle intercettazioni aveva svelato di avere una talpa nella polizia. Gli agenti sono riusciti a risalire all’identità dell’informatore. Spedale in un’occasione avrebbe anche incontrato la madre dello spacciatore per raccogliere informazioni: «Dice che l’altra volta hai chiamato col telefono del bambino – diceva la donna al figlio, riferendogli le preoccupazioni del poliziotto – ma non va bene perché sono cose tinte (brutte, ndr). Mi disse “scaricati Telegram”».


Lo spacciatore a un certo punto si sarebbe anche sentito lasciato solo dal poliziotto. E a sua madre minacciava di vendicarsi: «Se parlassi io, mezza squadra mobile, si porterebbero tutti… Quanti piccioli gli ho fatto vuscare (guadagnare, ndr): un 20, un 15, un 18…». Secondo il gip, il riferimento era chiaramente «al versamento di corrispettivi pecuniari a Spedale e altri poliziotti non identificati». Da quanto emerso dalle indagini, le cifre si riferivano alla quantità di droga venduta, il cui ricavato finiva in parte nelle tasche degli agenti. Sempre alla madre, lo spacciatore aveva svelato proprio l’accordo che aveva con il poliziotto: «… le sequestrava ste cose!!!… e la doveva andare a buttare… invece me li dava a me». I guadagni venivano quindi divisi: «Mi dava 20mila euro…», parlando della droga da vendere. E la madre quindi commentava: «Certe cose si vedono nei film si vedono… sempre così è stato!».

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