«Studenti troppo stressati»: così un liceo di Milano dice addio a pagelle a metà anno e voti numerici

La preside del Bottoni: «Vogliamo togliere l’ossessione di controllare i voti»

Stop alle pagelle di metà anno. È questa la decisione del liceo scientifico Piero Bottoni di Milano che ha deciso di introdurre il «periodo unico». Si tratta del primo istituto a Milano che sceglie di dire addio ai voti del primo quadrimestre, e che si aggiunge ad altri pionieri italiani come il polo scolastico Volta di Piacenza o il Malpighi di Bologna. Le motivazioni di questa decisione risiedono nella tutela del benessere psicologico di ragazze e ragazzi. «Così i ragazzi avranno più tempo per studiare in modo approfondito e più rilassato, senza passare, ad esempio, le vacanze di Natale sudando sui libri in vista delle verifiche a gennaio. Impareranno a organizzarsi meglio e anche a evitare “furbate”, come quella di studiare poco e niente nel primo quadrimestre e recuperare tutte le materie sotto nel secondo», spiega la preside dell’istituto Giovanna Mezzatesta.


«Togliere l’ossessione di controllare i voti»

Poi – dichiara al Corriere della Sera – «speriamo di togliergli l’ossessione più fastidiosa e controproducente». Ovvero quella di «continuare a controllare la media dei voti, come se fosse l’unica cosa importante del loro percorso di studi. La cosa peggiore è che ci sono dei registri elettronici che le mostrano in automatico, non solo quella della materia, ma quella globale di tutte le materie, che proprio non ha significato. Abbiamo chiesto se era possibile toglierla dal nostro, ma gli sviluppatori hanno risposto di no, per il momento». La dirigente fa sapere che se alcuni studenti hanno preso la decisione come una novità, altri l’hanno accolta con indifferenza perché c’è qualcuno che «teme che cambi nulla e che la rilassatezza si trasformi poi in un mese di maggio di fuoco». Idem i professori.


Via anche i voti numerici

Oltre a questo, in via sperimentale in una classe terza non verranno più utilizzati i voti numerici. La dirigente spiega che il tutto fa parte di un progetto di ricerca più ampio, ideato dalla facoltà di Scienze della formazione dell’Università Bicocca. «L’idea è di rinunciare ai voti numerici sulle verifiche e interrogazioni. Non li sostituiremo con giudizi “prefabbricati”, come “ottimo” o “gravemente insufficiente” che sarebbero la stessa cosa, ma con giudizi – precisa – che saranno una sorta di accompagnamento formativo al miglioramento. Non si valuta il prodotto, ovvero il compito in classe, ma il processo di apprendimento che l’alunno sta seguendo, indicandogli se ci sono lacune o elementi da rinforzare».

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