Cremona, medico riceve 50mila euro in eredità dalla paziente ma deve restituirli: «Vanno all’azienda sanitaria»

Il codice di comportamento vieta che i dipendenti pubblici accettino somme o regali di valore superiore ai 150 euro

«Un segno di riconoscenza per le cure che sempre mi ha prestato con grande competenza professionale». Così la sua anziana paziente, dopo essere deceduta, aveva motivato nel testamento il lascito al dottore che l’aveva curata per anni. Cinquantamila euro in eredità allo psichiatra, ora in pensione, che però non aveva diritto a riceverli, come spiega il Corriere della Sera. Lo ha deciso il Tribunale di Cremona che ha condannato il medico a restituire la somma all’Asst, l’azienda sanitaria territoriale nel quale lavorava. E che gli ha fatto causa, un anno fa. Secondo il Codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni, l’uomo non avrebbe potuto accettare quella somma. È vietato infatti ricevere regali o denaro per un valore superiore ai 150 euro. I legali dell’Asst, l’avvocato Paolo Franco coadiuvato dal collega Aurelio Favaro, hanno potuto dimostrare che il medico è entrato in possesso di quel lascito prima di essere andato in pensione. «Ne consegue che la somma di denaro elargita dalla signora», scrive il giudice nella sentenza che lo condanna alla restituzione, «è in rapporto di stretta causalità con le funzioni rivestire dal medico e il servizio pubblico da egli esercitato quale dipendente dell’Asst di Cremona, a beneficio della sua paziente». 


Le otto pagine di motivazioni

Il giudice ripercorre tutta la storia in otto pagine di motivazioni, dalle cure della donna presso il Centro psicosociale di Soresina, nel Cremonese (ora chiuso) fin dal 1991. È diventata poi paziente dello psichiatra almeno dal 2010. L’uomo è stato dirigente medico presso l’Unità Operativa di Psichiatria dal novembre del 2000 fino alla pensione, il 15 agosto del 2020. La donna è deceduta durante la prima ondata della pandemia da coronavirus, il 2 aprile 2020, e il suo testamento è stato registrato il 15 maggio dello stesso anno. Tre mesi prima dell’interruzione del rapporto di lavoro tra il medico e l’azienda. Gli altri eredi hanno corrisposto la somma ad aprile del 2021, ma il giudice spiega: «a nulla rileva che il pagamento della somma sia avvenuto dopo la data di cessazione del rapporto di lavoro, in quanto, da un lato, il momento in cui si è formata e palesata la volontà della signora di remunerare il dipendente pubblico per le cure prestate con un compenso aggiuntivo rispetto a quello percepito dal datore pubblico è antecedente alla data di cessazione del rapporto di lavoro; dall’altro, il compenso aggiuntivo, come detto, è stato corrisposto al dipendente pubblico al solo scopo di ringraziarlo per la prestazione resa, in qualità di medico alle dipendenze dell’Asst di Cremona, in favore della paziente». Oltre alla somma di 50mila euro, il medico dovrà versare anche gli interessi maturati.


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