Mestre, parla l’autista del bus finito fuori strada: «Ho visto tutto bianco, poi ho perso il controllo». Il Comune sospende i mezzi de “La Linea”

La Procura di Venezia ha aperto un fascicolo d’indagine su quanto accaduto

«Ho visto tutto bianco, mi sentivo svenire e ho perso il controllo del mezzo». A parlare è l’autista dell’autobus elettrico che ieri 14 ottobre si è schiantato contro un portico in via Carducci a Mestre, a pochi passi dal centro della città del comune di Venezia. Il 60enne, stando a quanto si apprende, aveva già riferito da qualche giorno che non si sentiva bene. Il veicolo coinvolto appartiene alla società La Linea, la stessa di quello che lo scorso 3 ottobre è precipitato dal cavalcavia Vempa, provocando una vera e propria tragedia con un bilancio di 21 persone morte e 15 feriti, di cui alcuni in gravi condizioni. Due episodi di entità diversa, considerato che lo schianto di ieri non ha provocato vittime.


Il bilancio dei feriti e la dinamica dell’incidente

Il bilancio è di tredici persone ferite, di cui nessuna in gravi condizioni. Sono state tutte dimesse, con prognosi varie, la più seria di 30 giorni: si tratta di uomini e donne di età dai 19 ai 42 anni, a cui si aggiunge una 12enne. L’Ulss 3 Serenissima conferma che l’unico ancora sotto osservazione all’ospedale dell’Angelo di Mestre è l’autista. I testimoni dell’incidente, tra cui qualche venditore dei negozi di via Carducci e un paio di condomini, confermano che il conducente – subito dopo lo scontro – aveva detto di aver avuto un malore. Pertanto, stando agli elementi disponibili finora, la ricostruzione della dinamica dei fatti più avvalorata è la seguente: attorno alle 21 di ieri, mentre l’autobus stava uscendo da via Olivi voltando a destra, l’autista ha avuto un malore e ha perso il controllo facendo andare prima contro mano il mezzo e poi schiantarsi sul pilastro di un sottoportico di un condominio di via Carducci.


Stop dei bus elettrici de “La Linea”

L’azienda de La Linea – il cui amministratore delegato Massimo Fiorese è uno dei tre indagati per la tragedia del 3 ottobre – ha annunciato che tutti gli autobus della società sono stati sospesi. Uno stop che è stato deciso dal Comune di Venezia. La Linea copriva alcune tratte per conto del Comune e con essa, a flotta ferma, subentreranno mezzi tradizionali, affidati in comodato d’uso, con gli autisti che saranno comunque della società privata. Oggi 15 ottobre i servizi saranno così assicurati per un totale – è un giorno festivo – di solo 10 turni. Il fabbisogno, a regime, è di 20 autobus e una parte sarà data dal Comune, altri da Avm-Actv e dalla stessa La Linea che ne ha una minima parte con motore diesel.

L’inchiesta della Procura

La Procura della Repubblica di Venezia fa sapere di aver aperto un fascicolo sull’incidente stradale dell’autobus che ieri sera è uscito fuori corsia finendo contro uno dei pilastri di un palazzo di Mestre. Le indagini, così come per il veicolo gemello precipitato dal cavalcavia il 3 ottobre, sono state affidate alla Polizia locale. Mentre i condomini del palazzo colpito dal mezzo fanno presente il timore che lo scontro possa avere ricadute sulla loro sicurezza, si apprende che i rilievi fatti nella notte hanno accertato che non risultano esserci problemi di staticità per il palazzo. La colonna del portico centrata dall’autobus è stato, infatti, «solo scalfito facendo cadere alcune grandi piastre di marmo del rivestimento». Attualmente, la viabilità è regolare.

Salvini: «Coincidenze? Bisogna approfondire»

Intanto, la civica di opposizione in Consiglio comunale a Venezia, Tutta la città insieme, sollecita il sindaco Luigi Brugnaro a riferire su quanto accaduto, incalzandolo a «rompere quel silenzio assordante che ha fatto seguito alla tragedia del Cavalcavia. Troppa opacità. Troppa opacità – aggiungono – relativamente ai mezzi, ai loro percorsi, alla loro sicurezza». Nel frattempo, il ministro dei trasporti Matteo Salvini non si sbilancia ancora su un possibile legame tra i due incidenti che hanno colpito la cittadina veneta: «Solo coincidenze? Approfondire, indagare e chiarire», chiosa sui suoi canali social.

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