Milano, la proposta di un gruppo di attivisti per lanciare un salario minimo in città: «Imitiamo Londra»

Il movimento «Adesso!» ha rivolto un appello al sindaco Sala per chiedere di introdurre uno strumento simile alla «London living wage»

Ora che il governo ha chiuso la porta – forse definitivamente – alla proposta avanzata dalle opposizioni, la battaglia di chi chiede l’introduzione di un salario minimo legale si fa più circoscritta. A Milano, per esempio, il movimento di media activism «Adesso!» ha lanciato l’idea di un salario minimo da applicare solo in città. Una ricetta che prende spunto dalla London living wage, lo strumento attraverso cui la capitale inglese ha introdotto un compenso minimo più alto rispetto a quello nazionale. La ragione è presto detta: così come la vita a Londra è più costosa della vita in altre province inglesi, lo stesso vale nel confronto tra Milano e le altre province italiane. A fare luce sul fenomeno è stato proprio un sondaggio di «Adesso!», secondo cui il 62% degli under 40 che vivono nel capoluogo lombardo non riesce a risparmiare neppure un euro al mese. La colpa è da attribuirsi in buona parte al fenomeno del caro affitti, ma anche agli stipendi che – seppur leggermente più alti a Milano rispetto alla media nazionale – non tengono il passo con i costi sempre più onerosi della vita in città.


Qual è dunque la proposta di «Adesso!»? I promotori del progetto lanciano un appello al sindaco Beppe Sala affinché «si faccia promotore di una commissione indipendente con le università e le parti sociali e affidi a questo soggetto super partes il calcolo annuale del salario minimo per vivere a Milano». Una volta che la soglia è stata individuata, spiega oggi l’attivista Safà Essaber al Corriere, «Palazzo Marino potrebbe istituire un registro delle aziende che aderiscono e prevedere agevolazioni per chi garantisce il salario minimo milanese ai propri dipendenti, con un meccanismo che incentivi e premi in occasione di eventi internazionali come la Milano Design Week chi è più sensibile al tema». In alternativa, il Comune potrebbe considerare anche di concedere sgravi fiscali per chi aderisce, promuovendo «un meccanismo virtuoso che non graverebbe sui conti pubblici». Ma se la proposta presentata in parlamento dalle opposizioni prevede un salario minimo legale di 9 euro all’ora, quale dovrebbe essere la soglia minima per Milano? Una prima ipotesi potrebbe essere di «almeno 11 o 12 euro lordi all’ora», precisa Essaber. Qualche settimana fa, in occasione di un evento con la segretaria del Pd Elly Schlein, Sala ha parlato della proposta sul salario minimo descrivendola come «una battaglia che va assolutamente fatta». Ora resta da vedere se il sindaco di Milano è disposto ad applicare una misura simile solo nella sua città.


Credits foto: UNSPLASH/Daryan Shamkhali

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