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Legge di bilancio 2024, come sarà la busta paga: gli effetti del taglio del cuneo e dell’Irpef sugli stipendi

16 Ottobre 2023 - 03:59 Redazione
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Le simulazioni e i calcoli. Le partite Iva e l'acconto di novembre. La previdenza e i fringe benefits

Più soldi in busta paga per i redditi bassi e per le pensioni. E meno tasse per partite Iva e imprese. Il consiglio dei ministri oggi approverà la seconda legge di bilancio del governo Meloni. Insieme al Documento Programmatico di Bilancio, che poi l’esecutivo invierà a Bruxelles. E ai due decreti attuativi della delega fiscale che conterranno una delle misure più importanti previste per il prossimo anno. Ovvero l’accorpamento delle prime due aliquote Irpef. Una misura finanziata per il 2024 grazie al deficit. Nel provvedimento troveranno spazio le tasse a rate semestrali per le partite Iva. Il finanziamento arriverà da più deficit, privatizzazioni e spending review. Così come dall’asta del lotto e dalla revisioni di detrazioni e deduzioni. Ma cosa succederà alle buste paga e quanto vale il taglio dell’Irpef in dodici mensilità? Le simulazioni dicono che l’impatto più ampio arriverà a 22 euro mensili.

Le simulazioni

Le buste paga degli italiani gioveranno di un taglio del cuneo fiscale fino a 35 mila euro lordi annui e l’accorpamento delle due aliquote Irpef al 23% fino a 28 mila euro. Il nuovo sistema fiscale passerà quindi da 4 a 3 aliquote. Le prime due saranno accorpate in un unico scaglione che comprenderà i redditi fino a 28 mila euro. Con un’imposta al 23%. Dai 28 ai 50 mila si continuerà invece a pagare il 35% e il 43%. Dalla riforma fiscale sono esclusi i redditi fino a 15 mila euro, che però intascheranno i 67 euro del taglio del cuneo fiscale. Gli aumenti in busta paga scattano oltre questa soglia. La Fondazione Nazionale dei Commercialisti ha simulato gli effetti. Che sono maggiori nella fascia di reddito tra i 25 e i 30 mila euro. Si assottigliano poi fino alla soglia dei 35 mila.

Le buste paga

In base ai calcoli della Fondazione dei Commercialisti:

  • Un lavoratore che guadagna 20 mila euro l’anno avrà il taglio del cuneo (77 euro) e quello dell’Irpef (7 euro) per un totale di 84 euro al mese;
  • chi ha un reddito annuo di 25-30 mila euro avrebbe 96 euro dal cuneo e 16 dall’Irpef, per un totale di 112 euro mensili;
  • per chi guadagna 35 mila euro l’anno l’impatto complessivo arriverebbe a 120 euro, ovvero 99 di cuneo e 21 di Irpef.

Oltre questa soglia l’incremento arriverà solo dall’Irpef e avrà un totale di 22 euro. Il taglio del cuneo attualmente in vigore e che sarà prorogato di un altro anno è del 6% per i lavoratori con reddito fino a 35mila euro e del 7% per chi ha un reddito non superiore a 25mila euro l’anno (1.923 euro al mese). Nella finanziaria troverà spazio anche il taglio delle tasse per le imprese. Anche in questo caso facendo ricorso a un dlgs, l’imposta sulle imprese dovrebbe scendere dal 24% al 15% per chi fa assunzioni con una maggiorazione prevista se si assumono giovani, donne o ex beneficiari del reddito di cittadinanza.

Le partite Iva e l’acconto a novembre

Per le multinazionali arriverà a partire dal primo gennaio la Global minimum tax al 15%, mentre per le aziende che torneranno in Italia dopo aver delocalizzato all’estero saranno previste agevolazioni ad hoc per il cosiddetto reshoring. Per le partite Iva il tradizionale acconto di novembre scomparirà già quest’anno per circa 2,5 milioni di autonomi, piccoli artigiani e commercianti, selezionati in base ad una soglia di fatturato. Da novembre 2024 la platea raddoppierà perché l’eliminazione riguarderà tutti. Non ci saranno rivoluzioni sul capitolo previdenza. Che dovrebbe vedere subito la proroga di quota 103 e dell’Ape social e, se il pressing di Fi sarà soddisfatto, anche un nuovo mini-aumento per le pensioni minime. In un secondo step, con un ddl collegato, arriverà il resto delle misure. Per agevolare le mamme lavoratrici e dare aiuti più corposi a chi ha tre figli si conterà anche sui fondi non utilizzati per l’assegno unico.

I fringe benefits

Per il sostegno ai redditi potrebbe arrivare anche la proroga della detassazione dei premi di produttività e dei fringe benefit fino a 3 mila euro (per chi ha figli). E resta possibile che a contribuire siano i redditi più alti, attraverso una revisione del decalage delle detrazioni al 19%. Parte delle coperture arriverà dalla spending review che dovrebbe portare in dote almeno 2 miliardi per il prossimo anno. Ieri l’esecutivo ha presentato la manovra ai sindacati. Cgil e Uil hanno parlato di delusione per un ritorno all’austerità. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha avvertito: il controllo sulla spesa pubblica sarà ferreo. Secondo l’Economist la legge di bilancio 2024 è insostenibile e così il governo finirà nel mirino dell’Unione Europea e dei mercati.

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