Il governo presenta la manovra alle parti sociali. Delusione Cgil e Uil: «È un ritorno all’austerità»

L’incontro a Palazzo Chigi tra l’esecutivo, i sindacati e le associazioni di categoria

Taglio del cuneo fiscale, Superbonus, riforma Irpef, fondi per la sanità e per i redditi bassi. Tanti i temi sul tavolo di confronto tra governo e parti sociali che si sono incontrati a Palazzo Chigi nella serata di venerdì 13 ottobre. L’esecutivo ha presentato a sindacati e associazioni di categoria il disegno di legge di bilancio in vista dell’approvazione in Consiglio dei ministri. Per il governo, c’erano il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, il ministro del lavoro Marina Calderone, il vice ministro Maurizio Leo e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Quest’ultimo ha promesso lo stanziamento di 5 miliardi per il rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione. Taglio del cuneo e accorpamento delle prime due aliquote Irpef risultano finanziate solo per il 2024, fino al 31 dicembre, con il primo che dovrebbe essere inserito nella legge di bilancio mentre il secondo dovrebbe essere oggetto di un decreto successivo, attuativo della delega fiscale. A dichiararsi soddisfatti dell’incontro, la Cisl e l’Ugl. «Abbiamo apprezzato la disponibilità del governo a presentare i primi orientamenti e contenuti della legge di bilancio e di acquisire nostre proposte e priorità prima che il provvedimento venga portato in consiglio dei ministri», ha dichiarato il segretario generale Cisl Luigi Sbarra, «troviamo recepite molte proposte e priorità che in questi mesi abbiamo indicato». Gli altri due principali sindacati sono in vece su posizioni differenti, mentre l’associazione nazionale dei costruttori rimane cauta: «Sul Superbonus abbiamo avuto qualche spiraglio di apertura su una proroga, per evitare che i cantieri iniziati rimangano incompiuto. Non ne conosciamo i contorni, ma sappiamo che il problema è all’attenzione del governo», ha dichiarato la presidente dell’Ance Federica Brancaccio, «l’altra cosa che ci preoccupa, che impatterebbe in maniera drammatica, è la scadenza al 31 dicembre delle misure sul caro-materiali: il rischio è che dal primo gennaio i cantieri si fermino».


Le critiche dei sindacati

Le parole più dure arrivano dalla Cgil. «È andata male, avevano chiesto l’apertura di un confronto, invece ci siamo trovati di fronte ad un’informativa lacunosa e generica», ha dichiarato il segretario confederale. Christian Ferrari, «si prospetta una manovra all’insegna del ritorno all’austerità, totalmente inadeguata ad affrontare le emergenze sociali del Paese. Non ci sono politiche industriali, si scarica tutto sulle fasce più deboli. I soldi per il rinnovo dei contratti nella Pa non si avvicinano neanche lontanamente all’obiettivo di tutela del potere d’acquisto». Pochi soldi, secondo il sindacato, anche sulla sanità. Su questo punto trova convergenza con la Uil. «Ci sono solo 3 miliardi di euro per la sanità, che non sono sufficienti: la sanità va salvaguardata perché riguarda la vita delle persone», ha dichiarato il segretario confederale Domenico Proietti, «non c’è niente sulla previdenza, dicono che rinnoveranno quota 103, ma non viene fatta menzione della rivalutazione piena delle pensioni e temiamo ci possa essere ancora la tentazione del ricorso alle pensioni come bancomat. Anche su Opzione donna non c’è nulla». La Uil è critica anche sul rinnovo dei contratti e sul taglio al cuneo fiscale: «Abbiamo apprezzato, ma abbiamo anche sottolineato la necessità di renderli strutturale». Al termine dell’incontro, Cgil e Uil hanno annunciato che porteranno avanti la loro mobilitazione.


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