Franco Rotunno: il bidello che ha salvato la vita a una studentessa che voleva suicidarsi ad Asti

Il collaboratore scolastico: conoscevo quella ragazza, sono felice per averla salvata

Franco Rotunno, collaboratore scolastico dell’Istituto tecnico Nicola Pellati di Nizza Monferrato, nell’Astigiano, ieri ha salvato una studentessa che stava per morire. La ragazza aveva scavalcato la finestra della sua classe, si era messa sul davanzale e si è buttata di sotto. Rotunno ha prima tentato di farle cambiare idea pregandola di rientrare in aula. Ma quando lei si è lasciata andare è intervenuto per salvarla riuscendo a prenderla al volo, per un braccio. Il bidello oggi racconta cosa è successo in un’intervista a la Repubblica: «Ero nell’atrio come ogni giorno quando i ragazzi entrano. Ho visto un’insegnante fuori che gesticolava perché si era accorta che c’era una studentessa appesa al cornicione del secondo piano. Sono uscito e mi sono messo sotto di lei. I professori la tenevano dalla cintura che però si è spezzata. È scesa a piombo, per fortuna. Ecco perché l’ho accolta tra le mie braccia».


Il male alla spalla

Adesso, dice a Elisa Sola, ha male a una spalla. La studentessa la conosce: «Sì, so chi è. Su quel davanzale è sempre stata in silenzio. Io la fissavo da sotto e lei non ha detto niente. Anche quando l’ho abbracciata, dopo averla presa, ed è rimasta cosciente, è stata zitta. È fatta così. Dall’anno scorso ogni mattina l’aspetto nell’atrio e l’accompagno in classe. Ogni tanto le chiedo: “Come stai?” E mi risponde: “Bene”. Nient’altro». Lui, invece, è felice «per averla salvata. C’è stata una volta nella mia vita in cui potevo fare la stessa cosa ma non ci sono riuscito». E racconta: «Circa quattro anni fa, guidavo sulla strada che da San Damiano porta ad Asti. C’era un’auto ribaltata in mezzo ai prati con tre ragazzi dentro: due stavano bene, il terzo no. Aveva 23 anni».


Il precedente

E rievoca il precedente: «Era ancora vivo, ho provato a rianimarlo. Sono volontario della Croce verde e so come si fa. Ero sopra di lui, gli facevo il massaggio cardiaco mentre ero al telefono col 118. Mi è morto tra le braccia. Sono stato molto male dopo. Ho iniziato a non dormire più la notte perché mi tornava sempre in testa il suo viso».

Leggi anche: