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Gli altri fuorionda, il codice Mediaset, gli sfottò sul ciuffo: perché Andrea Giambruno rischia molto dopo la separazione da Giorgia Meloni

andrea giambruno fuorionda giorgia meloni 2
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La premier sapeva da settembre. E c'è altro materiale. Che potrebbe portare a un licenziamento. La lettera di contestazione e l'audit interno

Chissà se Giorgia Meloni un giorno scoprirà davvero che pubblicando i fuorionda di Andrea Giambruno il dominus di Striscia la notizia Antonio Ricci le ha «fatto un favore». Di certo il conduttore fidanzato della premier era davvero convinto di essere al sicuro dentro Mediaset. «Ce l’hanno tutti con me. Ma chissenefrega», ripeteva. Perché in realtà a Cologno Monzese più di un collega si lamentava per i suoi modi. E oggi festeggia la hybris punita del presunto intoccabile. Mentre lei, la premier, continua a interrogarsi sulla questione politica intorno al caso. Intanto nei corridoi si sussurra che proprio Ricci abbia altro materiale su Giambruno. Che non ha pubblicato nella puntata di ieri. Perché «poteva sembrare accanimento». Ma che presto potrebbe finire in ballo lo stesso.

Il licenziamento

Giambruno infatti rischia il licenziamento. Lo stop alla conduzione di ieri, che si protrarrà per almeno una settimana, potrebbe essere soltanto l’inizio. Il Fatto Quotidiano spiega che intanto è partita un’indagine interna dentro Mediaset. Sotto la lente le presunte violazioni del codice etico. I fuorionda trasmessi mercoledì e giovedì potrebbero essere quindi soltanto la punta dell’iceberg. E, scrive il quotidiano, prima di arrivare alla pubblicazione avrebbero ricevuto l’ok di Pier Silvio Berlusconi. «Non si può mandare una cosa così dirompente senza il suo benestare. Ricci avrebbe altro materiale, quindi. Per il momento non lo trasmetterà perché potrebbe risultare come un accanimento. Ma, e questa è la novità, potrebbe essere costretto a recapitarlo all’ufficio audit interno proprio a causa dell’inchiesta.

Il codice etico di Mediaset

Il codice etico del Biscione tratta questi casi all’articolo 8 “Integrità e tutela della persona”, nei commi 2 e 3. «Il gruppo Mediaset esige che nelle relazioni di lavoro non sia dato luogo a molestie (…). È vietata qualsiasi forma di violenza o molestia sessuale o riferita alle diversità personali e culturali”, si legge nel testo. L’inchiesta non sarebbe partita da una denuncia di una delle giornaliste oggetto delle attenzioni del conduttore, ma da segnalazioni giunte a Striscia dall’interno dell’azienda. Episodi che risalgono a un paio di mesi fa. Proprio per questo la premier si è mossa ieri per lasciare Giambruno via social. Mentre i commenti di Striscia su di lui che «tira su col naso», spiega il Corriere, la preoccupano. Perché è chiaro che battutacce e volgarità sessiste potrebbero presto uscire. E lei non intende restare ostaggio della sua storia e dell’epilogo.

L’incontro a settembre e i colloqui con Letta

Repubblica scrive che Pier Silvio Berlusconi informò la premier dei video già a settembre. In una visita a Villa Grande, l’ex residenza romana di Silvio. I fuorionda risalirebbero invece addirittura a giugno. Mentre si racconta anche di una riunione a casa di Gianni Letta subito dopo la messa in onda del primo. La nota con cui ha annunciato la fine della relazione invece era pronta da prima della pubblicazione del secondo audio. Lui al quotidiano dice: «Non è opportuna questa chiamata». Il tono è funereo e in sottofondo si sente la voce di una bimba. A difenderlo, ieri, era rimasto soltanto Mauro Crippa, direttore generale dell’informazione di Mediaset. Che aveva parlato di accanimento polemico nei suoi confronti. Crippa è citato in uno dei fuorionda, anche se il suo nome è bippato.

Il ciuffo di Giambruno

Il quotidiano spiega che anche negli uffici romani del gruppo Giambruno è oggetto di scherno. «È arrivato il ciuffo di Gianbruno?», si chiedono di solito le autrici. Il conduttore non perdeva occasione per fare il piacione con le donne. Ma senza cattiveria, secondo loro: «È vero, ama fare battute a doppio senso. Ma è il suo modo di scherzare, per fare conversazione. E alla fine concludeva sempre con una frase del tipo: “Qui non si batte chiodo!”». Un’altra collega spiega invece che «a molte dava fastidio. Era insistente e, come avete visto in tv, non è che lasciasse intendere le cose… C’è chi non ha gradito». Proprio queste dichiarazioni spingono a pensare che nessun complotto di Forza Italia o di berluscones c’è dietro i fuorionda: si tratta proprio di un affare interno a Mediaset.

La lettera di contestazione

Intanto i legali dell’azienda stanno valutando i fatti, i profili di responsabilità, le eventuali violazioni del codice etico e la corretta esecuzione dei rapporti regolati dal diritto del lavoro per decidere se avviare una procedura disciplinare a carico di Giambruno. In questi casi il primo atto è una lettera di contestazione, con il coinvolgimento degli organi sindacali; il destinatario può rispondere con le controdeduzioni e solo al termine dell’iter possono scattare le sanzioni, che arrivano fino al licenziamento.

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