Una tassa del 2% sui miliardari per raccogliere 250 miliardi all’anno: la proposta dello Eu Tax Observatory contro l’elusione fiscale internazionale

Solo per l’Unione europea, l’applicazione di un’aliquota minima permetterebbe di generare 40 miliardi di euro in più ogni anno

C’è una soluzione che, secondo gli esperti dello EU Tax Observatory, permetterebbe di mettere un freno all’elusione fiscale. Si tratta di un’imposta minima globale sui miliardari, pari al 2% del loro reddito, che riguarderebbe meno di 3mila persone e permetterebbe di raccogliere 250 miliardi di dollari ogni anno. Considerando solo i 27 Paesi Ue, il gettito previsto dall’imposta sarebbe comunque importante – pari a 40 miliardi di euro – e permetterebbe di finanziare le misure più ambiziose su sanità, istruzione e transizione ecologica. Il suggerimento è contenuto nel Global Tax Evasion Report pubblicato dallo EU Tax Observatory, il gruppo di ricerca istituito nel 2021 dalla Commissione europea per studiare le strategie più efficaci contro gli abusi fiscali. Il documento pubblicato in questi giorni porta la firma di quattro economisti dell’osservatorio e contiene un’analisi delle iniziative lanciate a livello mondiale dai governi per contrastare il fenomeno dell’evasione fiscale.


L’evasione offshore

Negli ultimi anni ci sono state due forme di cooperazione internazionale che hanno cercato di dare una spinta alla lotta all’evasione. La prima risale al 2013 e consiste nello scambio automatico e multilaterale di informazioni bancarie tra più di 100 diversi Paesi. La seconda novità, approvata nel 2021, è l’applicazione di un’imposta minima globale del 15% su tutte le società multinazionali. Come sono andate le cose nel frattempo? Il quadro tracciato dal report dello EU Tax Observatory offre qualche risposta. Innanzitutto, l’evasione fiscale offshore si è ridotta notevolmente, scendendo di circa tre volte nel giro di dieci anni. Anche se l’ammontare di profitti spostato nei paradisi fiscali rimane molto alto – circa 1.000 miliardi di dollari per il 2022 -, gran parte dell’evasione fiscale avviene sempre più spesso all’interno dei confini nazionali. «I miliardari globali hanno aliquote fiscali effettive pari allo 0%-0,5% del loro reddito, a causa del frequente utilizzo di società di comodo per evitare la tassazione sul reddito – si legge nel report -. Finora non è stato fato alcun tentativo serio per affrontare questa situazione, che rischia di minare l’accettabilità sociale dei sistemi fiscali in vigore».


Il (mezzo) flop dell’imposta minima globale

Un’altra considerazione amara che emerge dal report dello EU Tax Observatory riguarda la tassa minima globale del 15% sui profitti delle multinazionali, che nel 2021 aveva suscitato grande entusiasmo. Da allora, scrivono i quattro economisti, la misura «è stata drasticamente indebolita dall’emergere di un numero crescente di scappatoie». Il risultato? Il gettito che ci si aspettava di incassare da questa imposta si è ridotto di due volte rispetto alle previsioni, facendo sfumare 140 miliardi di dollari. «Ancora più preoccupante – si legge nel report – è il fatto che l’imposta minima globale consenta tuttora (e potrebbe persino rafforzare) una corsa al ribasso delle imposte sulle società, in quanto permette a questa ultime di mantenere le aliquote fiscali effettive al di sotto del 15% fintanto che continuano ad avere un’attività effettiva sufficiente nei Paesi a bassa tassazione».

La tassa sui miliardari

Ed è sulla base di tutte queste considerazioni che lo EU Tax Observatory suggerisce come soluzione principe al problema dell’evasione fiscale una tassa sui miliardari. In molti Paesi, si legge nel report, questi individui tendono a beneficiare di aliquote fiscali effettive molto basse perché «possono utilizzare società di gestione del patrimonio personale per evitare l’imposta sul reddito». Applicare un’aliquota minima del 2% a livello globale, senza scappatoie di alcun genere, permetterebbe di generare quasi 250 miliardi di dollari ogni anno tassando meno di 3mila persone. E questa è soltanto una delle sei raccomandazioni contenute nel documento dell’osservatorio europeo. Tra gli altri suggerimenti si trovano la creazione di un «registro patrimoniale globale» e una riforma dell’accordo sulla tassazione minima delle società. «L’evasione fiscale – scrivono gli economisti – non è una legge di natura, ma una scelta politica. In quanto nazioni interconnesse, possiamo scegliere di adottare policy basate sulla completa libertà, che permettono di alimentare il fenomeno dell’evasione, oppure possiamo scegliere di coordinarci per arginarlo».

Credits foto: EPA/Justin Lane | Cartelloni contro Jeff Bexos a Times Square, New York (27 luglio 2021)

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