Senato, Renzi attacca Giorgetti: «Con il vostro governo raddoppiano gli sbarchi ma fermate il rientro dei cervelli»

Il leader di Italia Viva punzecchia l’esponente della Lega anche sul tema pensioni: «Sono contento di vederla assiema a Salvini, almeno finché Fornero non vi separi»

Il rendez-vous in Senato tra Matteo Renzi e Giancarlo Giorgetti era stato annunciato dalla newsletter del leader di Italia Viva: «Più che Giorgetti sembra Vincenzo Visco». La destra, ha scritto, «aumenta le tasse, dà accesso ai conti correnti, torna indietro sulle pensioni. La legge di Bilancio è disseminata di tasse e balzelli. Aumenteranno il latte in polvere per i bambini, i passeggini, gli assorbenti, la cedolare secca. Sulle pensioni, Matteo Salvini si è rimangiato tutto». In Aula, Renzi esordisce ricordando che le anticipazioni del viceministro dell’Economia Maurizio Leo «hanno gettato nel panico i lavoratori che si sono già dimessi all’estero, contando di tornare in Italia con il regime fiscale agevolato vigente». Con la prossima legge di Bilancio, stando alle bozze, il governo vorrebbe ridurre lo “sconto” dal 70 al 50% sulla quota di reddito imponibile, eliminando anche il sistema premiale per chi prendeva residenza al Sud e che portava l’abbattimento dell’imponibile fino al 90%.


Dopo una battuta rivolta a Giorgetti e Salvini, che siedono accanto nei banchi destinati al governo, «sono contento di vedervi insieme, almeno finché Fornero non vi separi», Renzi argomenta: «Nel 2015, il nostro governo con il ministro Padoan fece una legge per aiutare a riportare i cervelli in Italia, nel 2023 il vostro governo ha fatto diverse bozze e il viceministro Leo ha commentato gettando nel panico coloro che si stavano apprestando a tornare, contando su un regime fiscale che lei vuole cambiare. Noi avevamo capito che il vostro governo voleva bloccare l’immigrazione, voi avete raddoppiato l’immigrazione e state bloccando il rientro dei cervelli. Questa storia riguarda la vita di almeno 2 mila persone. Ho ricevuto 2 mila lettere di persone disperate. Almeno per i prossimi anni non tocchi la legge per il rientro dei cervelli in Italia. Altrimenti il “cervello in fuga” è quello di chi non si rende conto che ci sono migliaia di persone disperate». Come prevede il question time, è concessa all’interrogato la risposta al quesito.


La nuova norma, chiarisce innanzitutto il ministro dell’Economia, replicando alla senatrice Julia Unterberger, «non pregiudicherà il rientro per i settori della sanità e della formazione. Il requisito richiesto è quello dell’elevata qualificazione e specializzazione». Rivolgendosi a Renzi, poi, il leghista aggiunge: «In questi giorni c’è una miriade di commenti su bozze più o meno autorizzate, discuteremo delle proposte del governo quando verranno codificate ufficialmente». Parlando del rientro dei cervelli, spiega: «Abbiamo applicato il nostro “modesto cervello” ad alcuni fenomeni assolutamente da censurare. Tipo che qualcuno rientrasse e prendesse la residenza al sud per avere una maggiore detrazione, e poi non contribuisse allo sviluppo del meridione, ma andasse a lavorare da qualche altra parte».

Il titolare di via XX settembre fa altri due esempi: «Oppure le pratiche elusive adottate da gruppi che, pur rimanendo nel proprio perimetro societario, trovavano il modo di suddividere il vantaggio tra il dipendente e il gruppo per metterlo a carico dello Stato. O come nel caso del rientro dei “cervelli calciatori”, su cui una riflessione andrebbe fatta per l’effetto distruttivo nei confronti del vivaio dei calciatori italiani, che trovano una concorrenza impropria da parte di soggetti che entrando in Italia costano la metà». Concludendo la sua risposta, Giorgetti riporta alcuni numeri: «Io dico semplicemente che dei 24.450 rimpatriati, i ricercatori e i docenti sono circa 1.200, gli altri sono manager, top manager o semplicemente persone che hanno sfruttato un’agevolazione, che ha un effetto sulle casse dello stato valutabile in 1,3 miliardi di euro annui».

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