Arrestato il trapper Gallagher accusato di aver picchiato per due anni la compagna (anche quando era incinta)

L’artista ha già precedenti con la giustizia: «Voglio vedere mio figlio»

Il trapper romano Gallagher, all’anagrafe Gabriele Magi, è stato sottoposto agli arresti domiciliari con l’accusa di maltrattamenti e lesioni nei confronti della compagna. Stando alla ricostruzione degli investigatori, l’artista 29enne avrebbe aggredito e picchiato la fidanzata per almeno due anni, più precisamente dal 2021 al 2023. Periodo in cui la donna è stata anche incinta. La prima aggressione risalirebbe al 2021 quando lei viveva ancora a casa dei suoi genitori. In quell’occasione il padre e la madre della giovane avevano manifestato la loro contrarietà al rapporto e lei reagì andandosene di casa. Successivamente, con l’inizio della convivenza e la scoperta dell’arrivo di un figlio, le violenze verbali e fisiche sarebbero aumentate sempre di più.


Le violenze contro la compagna incinta

Secondo l’accusa, nel corso dell’estate dello scorso anno il 29enne ha picchiato la compagna dandole un calcio che arrivò a romperle la costola. Oppure quando l’ha spinta contro un termosifone mentre era incinta, senza provocare fortunatamente danni fisici a lei e al feto che portava in grembo. Dal canto suo, l’avvocato del trapper ritiene che «le accuse saranno ridimensionate, anche perché il racconto andrà vagliato con attenzione». Il legale fa sapere che «alcuni episodi che la ragazza riferisce sono avvenuti alla presenza dei genitori di Gabriele, che me li hanno raccontati in un modo diverso. In settimana sarà interrogato davanti al gip e credo che fornirà adeguate spiegazioni per chiarire alcuni aspetti». E riferisce che il trapper ha manifestato il desiderio di poter vedere il figlio.


I precedenti del trapper

Gallagher risulta avere, secondo quanto riferisce il Corriere della Sera, già precedenti con la giustizia. Nel 2019 finì in manette con l’accusa di aver rapinato alcuni fan che gli avevano chiesto un selfie. Nel 2020, invece, fu vittima dell’attacco da parte di una band rivale – composta da Alex Refice (in arte Sayanbull), Manuel Parrini, Llunga Omar Nguale e Tiziano Barilotti – che fece irruzione nel suo studio per poi aggredirlo.

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