Chi sono Gallagher e Traffik

Cresciuti nell’ambiente romano, erano diventati famosi soprattutto per i dissing, le sfide a colpi di rime con altri esponenti della scena rap. L’ultimo è stato con Jamil che li aveva criticati per usare spesso la parola «negro» nelle loro canzoni

«Stupido rapper tu chiama la Digos, io sto co’ mio cugino». Droga, armi, macchine di lusso, gang. I singoli usciti fino ad ora di Gallagher e Traffik non si muovono molto al di là di questi paletti. Sono due trapper di Roma: Gabriele Magi, 25 anni, e Gianmarco Fagà, 23 anni. Entrambi sarebbero rimasti ancora un po’ nell’ambiente della musica trap romana, lo stesso da cui arriva la Dark Polo Gang. Invece negli ultimi giorni sono finiti sulle pagine di molti quotidiani nazionali. Non è stata una canzone, un video o un album a far diventare note le loro treccine colorate. Ma un arresto, un provvedimento di custodia cautelare deciso dal gip del Tribunale di Roma Zsuzsa Mendola. Traffik è in carcere, a Novara, dove è stato rintracciato dai carabinieri. Mentre Gallagher è a Roma, ai domiciliari. I due sono accusati di aver aggredito il 23 febbraio scorso un gruppo di fan, di aver tentato di rapinarli e poi di aver picchiato un uomo di origini bengalesi. Se il peso del successo si misura in follower su Instagram, Traffik e Gallagher non si può certo dire che siano tra i cantanti più noti della scena. 58 mila uno, 134 mila l’altro. Prodotti dall’etichetta Honiro Label, si considerano esponenti di un sottogenere della musica trap, il genere reso famoso in Italia da Sfera Ebbasta, Ghali, Tedua e Rkomi. Il nome di questa variante è drill e si caratterizza per toni molto più violenti. Testi in cui si parla di rapine, carcere, cauzioni pagate a altri reati assortiti.


Negli ultimi mesi avevano fatto parlare di loro soprattutto per i dissing, quegli scontri a colpi di rime tipici della scena rap. A febbraio ne hanno avuto uno particolarmente duro con Jamil, rapper di Verona. E su un tema non banale. Traffik e Gallagher usano spesso la parola negro come intercalare. Una trasposizione, forse troppo simile all’originale, del linguaggio dei rapper afroamericani che si sono riappropriati di questo termine, nella variante nigga, per chiamarsi tra di loro. Prendere un insulto e trasformarlo in una medaglia al valore. Un’operazione, tipica di molte realtà, che probabilmente ha senso se contestualizzata all’interno di una storia e un ambiente preciso. La scelta dei due trapper di Roma di riprendere il termine negro per gli stessi scopi ha sollevato più di un dubbio nella scena italiana. Jamil ha deciso così di scrivere una canzone dal titolo No Racism, accompagnata da un video in cui presenta i componenti dalla sua crew, la Baida Army, con le bandiere di tutti i Paesi da cui provengono. A questo attacco i due trapper di Roma hanno risposto con Diamanti Razzisti, una canzone in cui rivendicano la loro scelta di usare la parola negro.


Fake News, la difesa su Instagram

Dopo che la notizia dell’arresto è stata diffusa, Gallagher ha risposto con uno scatto su Instagram accompagnato da una didascalia. Fondo nero e una sola parola, scritta tutta attaccata, in rosso al centro: «FAKENEWS». Nella didascalia, firmata STAFF, fornisce la sua versione dei fatti. Il sottoscritto Gabriele Magi, noto come Gallagher, in relazione agli articoli comparsi in data odierna sulle principali testate giornalistiche, intende chiarire come la ricostruzione narrata sia frutto unicamente delle dichiarazioni rese dai denuncianti. Si rappresenta inoltre, che si tratta di dichiarazioni infamanti e mi riservo sin d’ora, d’intesa con il mio legale, di agire giudizialmente nei confronti di chiunque abbia rappresentato una realtà difforme dal vero e quindi diffamatoria del mio onore, tanto personale quanto professionale.

Leggi anche: