In Evidenza ENISiriaUSA
ESTERIBombardamentiGazaHamasIsraeleMedio OrienteMissiliPalestinaTerrorismoVideoYemen

Missili verso Eilat, anche lo Yemen (sciita) dichiara guerra a Israele. Chi sono gli Huthi e che c’entrano col conflitto a Gaza – Il video

31 Ottobre 2023 - 19:24 Simone Disegni
La milizia-governo di Sana'a ha rivendicato il lancio di droni e missili (abbattuti) verso lo Stato ebraico. Che ruolo riveste e quanto è pericolosa?

Razzi da sud, dalla Striscia di Gaza governata da Hamas, e dal nord, dalla regione meridionale del Libano governata da Hezbollah. È l’allerta doppia quotidiana cui deve far fronte Israele: da tempo, ma in maniera quanto mai più intensa dal 7 ottobre. Ma oggi a creare preoccupazione nello Stato ebraico è stato anche l’esplicito ingresso in campo di un’altra forza che si propone di unirsi alla «tenaglia» Hamas-Hezbollah: lo Yemen, o meglio la milizia Huthi che se ne proclama al governo dopo la sanguinosa guerra civile che ha dilaniato per anni il Paese. Per la prima volta dall’inizio del conflitto, Israele ha infatti dovuto azionare il sistema di difesa aerea Arrow sopra i cieli di Eliat – la città dell’estremo sud che costeggia il Mar Rosso e il confine con l’Egitto – per abbattere un missile terra-terra proveniente dallo Yemen. L’Idf ha poi fatto sapere di aver abbattuto anche altri due «oggetti ostili» – verosimilmente droni – lanciati sul Mar Rosso. Missione compiuta, certo. Ma l’autoproclamato governo Huthi di Sana’a ha comunque rivendicato il suo pur rudimentale «ingresso in guerra», e il gabinetto di Netanyahu non potrà non tenerne conto. «Questi droni appartengono allo Stato dello Yemen», ha detto il primo ministro Abdelaziz bin Habtour, rivendicando in un colpo solo l’azione militare e la sovranità sul Paese del Golfo. «Le forze armate yemenite continueranno a effettuare attacchi di sempre miglior qualità con missili e droni in supporto ai nostri fratelli oppressi in Palestina fino a quando l’aggressione israeliana non finirà», ha urlato in un microfono a favore di t v poco più tardi un portavoce della milizia, Yahya Saree. Razzi provenienti dal Paese e destinati con ogni probabilità verso Israele erano già stati intercettati dalle forze Usa di stanza nella zona una decina di giorni fa. Ma che c’entra lo Yemen con la guerra tra Israele e Hamas?

Citofonare Teheran

Il fil rouge per leggere il più o meno credibile ingresso del terzo esplicito attore in guerra con Israele è sempre lo stesso: le manovre dell’Iran. Gli Huthi sono un gruppo armato islamista nato negli anni ’90 del secolo scorso e cresciuto negli anni, fino a conquistare il controllo della capitale San’a, grazie al crescente sostegno del regime iraniano, che ne condivide l’appartenenza sciita. Il nome della milizia deriva da quello del suo fondatore, Ḥusayn Badr al-Dīn al-Ḥūthī, diventato agli occhi dei suoi appartenenti un martire dopo essere stato ucciso dalle forze statali yemenite nel 2004. In lotta sul piano locale per il controllo del Paese, a livello regionale gli Huthi sono così dall’inizio del millennio uno degli asset chiave dell’Iran per espandere la sua influenza. Che in chiave sciita ha come primo avversario – per lo meno fino alla tregua siglata mesi fa con la mediazione di Pechino – il fronte sunnita guidato dall’Arabia Saudita: è tra i loro alleati locali che si è combattuta la devastante guerra civile in Yemen dal 2014. E in chiave politico-teologica i nemici supremi dell’Islam nella lettura fondamentalista: gli Usa e Israele. Non a caso nei suoi briefing con la stampa sin dall’inizio della guerra Netanyahu menziona esplicitamente anche gli Huthi tra i proxies dell’«Asse della Resistenza» che l’Iran utilizzerebbe col sostegno politico, finanziario e militare per far guerra “da remoto” allo Stato ebraico. E se è presumibile che la minaccia portata dalla milizia sia valutata meno pericolosa di quella di Hamas e ancor più di Hezbollah, sembra che Teheran sia negli anni riuscita a fornire anche agli Huthi armi in grado di impensierire da sud lo Stato ebraico, oltre che le navi Usa, militari e non, di stanza o transito nella regione: si parla di missili terra-terra come quello “provato” oggi, ma anche missili antinave, mine navali e barchini esplosivi radiocomandati.

Leggi anche:

Articoli di ESTERI più letti