Roma, oltraggiate altre due pietre d’inciampo a Trastevere. L’amarezza del nipote di un deportato: «L’Europa non è un posto per ebrei»

Sono dedicate a Giacomo ed Eugenio Spizzichino: già quattro i simboli del ricordo vandalizzati nella capitale, dopo quelli di Michele Ezio Spizzichino e Amedeo Spagnoletto

Sono quattro le pietre d’inciampo oltraggiate a Roma, dopo quelle di Michele Ezio Spizzichino e Amedeo Spagnoletto annerite in via Dandolo. Anche in questo caso, il gesto vandalico di matrice antisemita è avvenuto in zona Trastevere, in via Mameli 47. Ad esser state verniciate di nero sono state le pietre in ricordo di Eugenio e Giacomo Spizzichino. Giacomo nacque nel 1920 e venne arrestato il primo gennaio del 1944 per essere deportato a Mauthausen, dove fu ucciso il 18 aprile del 1945 a 25 anni. Eugenio nacque nel 1918, fu arrestato il 6 maggio 1944 e deportato ad Auschwitz, dove venne assassinato il 20 gennaio del 1945. Sula vicenda sta indagando la polizia, al momento contro ignoti. «La pietra d’inciampo in memoria del mio bisnonno Aurelio Spagnoletto, deportato ad Auschwitz, è stata bruciata a via Dandolo a Roma da chi non accetta che i suoi nipoti si rifiutino di fare la stessa fine», ha commentato con amarezza Jonathan Pacifici, «l’Europa non è un posto per ebrei». Il doppio episodio avviene a poca distanza dalla comparsa di una sessantina di stelle di David su alcuni negozi di Parigi e dell’incendio nel cimitero ebraico a Vienna. «Qualsiasi atto di profanazione rappresenta un tentativo di cancellare la memoria, che oggi più che mai è fondamentale mantenere viva», ha scritto sui social il presidente della comunità ebraica di Roma, «i gesti e gli atti di antisemitismo in Europa ci preoccupano, ma ribadiamo la nostra completa fiducia nella vicinanza delle istituzioni e delle autorità».


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