Campi Flegrei, cosa succede se scatta l’allerta arancione: trasferimenti dalle carceri e dagli ospedali

L’ira dei sindaci: «Dovevamo coordinare la comunicazione per evitare interpretazioni allarmistiche»

Lo scorso 31 ottobre, il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci aveva spiegato che se l’attività bradisismica nei Campi Flegrei dovesse continuare a questi ritmi, il livello di allerta potrebbe passare da giallo ad arancione. L’eventuale passaggio alla fase di «preallarme», scrive la Repubblica, avrebbe un impatto profondo sul territorio della «zona rossa», che ad oggi include circa 7 comuni per 480mila abitanti. Innanzitutto, il piano disciplina le modalità dei trasferimenti, con un focus su l’evacuazione di carceri e ospedali: l’istituto penale minorile di Nisida, il carcere femminile di Pozzuoli e quattro nosocomi, a cui si aggiungono cinque strutture residenziali e sei case di cura private accreditate. Si parla di 3500 persone fra pazienti, reclusi e lavoratori.


I trasferimenti

La popolazione comune non deve necessariamente procedere con l’evacuazione, ma solo allontanarsi spontaneamente. Per quanto riguarda il settore sanitario, invece, pazienti e personale saranno trasferiti in altri ospedali. La pianificazione è nelle mani della Regione, con una task force istituita dal governatore Vincenzo De Luca. Ne fanno parte, scrive ancora la Repubblica, il direttore della protezione civile Italo Giulivo, il direttore generale per la Salute Nino Postiglione, il direttore del 118 Giuseppe Galano, il manager dell’Asl Napoli 1 Centro Ciro Verdoliva e quello dell’Asl 2 Nord Mario Iervolino. Per le carceri invece il criterio da rispettare sarà quello della «territorialità della pena».


Il dibattito

Ma le dichiarazioni di Musumeci non si trascinano dietro conseguenze solo dal punto di vista organizzativo. Inevitabilmente, hanno un impatto anche sul dibattito che ruota attorno alla riconversione del decreto legge che stanzia 52 milioni di euro per attività di prevenzione, legate però soprattutto al rischio bradisismico. E in particolare alla redazione di un piano «speditivo» da affiancare a quello, già aggiornato, per il rischio vulcanico. Il testo individua una «zona rossa» decisamente più limitata, che includerebbe circa 90mila residenti e solo due strutture: l’ospedale e il carcere femminile di Pozzuoli. Il pericolo, secondo quanto emerge dall’ultimo bollettino settimanale dell’Osservatorio vesuviano, non sembra essere imminente. La commissione Grandi Rischi chiede però di «intensificare ulteriormente» le attività di monitoraggio e di prevenzione.

L’ira dei sindaci

Ad aver accolto male le parole di Musumeci sono stati soprattutto i sindaci, che lamentano il fatto di non essere stati consultati prima delle dichiarazioni. In particolare il primo cittadino di Bacoli, Josi Gerardo Della Ragione, ha dichiarato: «Non vogliamo né possiamo immaginare che capiti di nuovo che una comunicazione come quella del ministro Musumeci, che ha paventato la possibilità del cambio dello stato d’allerta per i Campi Flegrei, non sia preliminarmente condivisa con noi sindaci. Non possiamo apprendere da una nota stampa una valutazione così cruciale per il futuro del nostro territorio: è stato incredibile. Una valutazione che peraltro ci ha letteralmente spiazzati, lasciandoci interdetti, perché – secondo anche quanto si evince dall’ultimo bollettino dell’Osservatorio Vesuviano – il rischio di uno scenario differente della crisi bradisismica non ha al momento evidenze scientifiche. Martedì gli chiederemo conto di tutto questo».

Lo stato intermedio mancante

Della Ragione è un fiume in piena: «Non esiste uno stato intermedio tra il giallo e l’arancione, quindi al momento siamo nel livello di sempre, dal 2012 ad oggi. Né ho compreso quel passaggio mediatico che ci crea danni d’immagine, economici e può generare psicosi nei cittadini. A Musumeci, al quale avevamo già chiesto un incontro nei giorni scorsi, chiediamo di accelerare, nel processo di conversione in legge del decreto, sul sisma bonus per i nostri cittadini e sull’adeguamento dei piani di fuga, con la realizzazione delle vie di fuga attese da 40 anni. Ma soprattutto di prevedere sin d’ora ristori per le ricadute economiche sui Campi Flegrei di quanto sta accadendo, confusione compresa, perché da sindaco ho contezza della perdita di flussi turistici e della paralisi del settore immobiliare».

«Evitiamo gli allarmismi»

Fa eco Luigi Manzoni, sindaco di Pozzuoli: «La comunicazione alla popolazione, che deve essere trasparente, va condivisa in modo sinergico tra istituzioni ed enti, evitando di prestare il fianco a interpretazioni allarmistiche». «Del resto – aggiunge – i dati scientifici sono inequivocabili e confermano l’allerta gialla: il suolo va deformandosi con una minore intensità e non ci sono, come ci spiegano gli esperti, novità da un punto di vista del rischio vulcanico. Quel che condividiamo, nelle parole del ministro, è l’idea di una accelerazione delle attività di mitigazione del rischio, quelle ricomprese nel decreto legge, per il quale ci aspettiamo che i nostri emendamenti vengano pienamente accolti».

Il sindaco

Si aggiunge anche Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli: «Dobbiamo seguire le indicazioni della commissione Grandi Rischi che ha confermato la zona gialla sottolineando che, visto che il fenomeno è in evoluzione, è opportuno rafforzare ancora di più il monitoraggio che è già presente e che eventualmente potrà anche verificarsi una evoluzione del fenomeno. Però questo è quello che noi già sapevamo. Ci vuole prudenza, certo, ma bisogna evitare che si crei allarmismo: i dati ci dicono che la situazione è sotto controllo».

Turismo in calo

La rabbia dei sindaci è spiegabile soprattutto considerando l’impatto economico delle parole di Musumeci, con particolare riferimento al settore turistico. «Utilizzare il condizionale su una ipotetica zona arancione comporta enormi preoccupazioni tra i residenti e gravi ripercussioni sul turismo napoletano», ha affermato Sergio Fedele presidente campano dell’associazione del turismo extralberghiero della regione. Che aggiunge: «Ci ritroviamo da settimane con copertine dei giornali internazionali che scoraggiano gli stranieri a venire. I competitor ne stanno approfittando, diffondendo un rischio Napoli che al momento non esiste. E dopo quanto dichiarato dal ministro sarà peggio». Ad ottobre, le disdette tra alberghi e cerimonie nei ristoranti arrivate al 30%: lo ha dichiarato Giulio Gambardella, direttore di Federalberghi Campi Flegrei.

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