Casa Arbore a Foggia, il museo dei cimeli raccolti dallo showman: «Sarà il mio testamento sentimentale»

Il cantautore spera di riuscire a inaugurarlo per il suo 87esimo compleanno, il prossimo 24 giugno

Tutti i «ricordi, cimeli, frattaglie apparentemente insignificanti» di Renzo Arbore, saranno esposti a Foggia. Più precisamente a Casa Arbore, una sorta di testamento sentimentale. «Ci siamo quasi, dobbiamo solo superare qualche incertezza burocratica e poi potremmo inaugurarla», racconta Arbore, all’anagrafe Lorenzo Giovanni Arbore, al Corriere del Mezzogiorno. La scelta di donarla a Foggia (città natale di Arbore), nonostante le numerose richieste di ospitalità pervenute da almeno una ventina di città italiane, è motivata da una sorta di meccanismo di restituzione. «Arriva in un momento della vita in cui un uomo che ha avuto la mia fortuna ragiona per restituzione, un momento in cui si avverte il dovere di restituire quello che si è ricevuto», spiega il cantautore. «Io devo tutto a Foggia – continua -, la mia palestra di vita, di sorriso, ironia e soprattutto di musica». È a Foggia, dunque, che Casa Arbore deve stare: «l’unico posto al mondo in cui sentirei di averla lasciata in buone mani». Il museo sarà allestito a Palazzo Dogana, in piazza XX Settembre, nella città pugliese. Ma il procedimento amministrativo, prima in capo al Teatro Pubblico Puglie poi passato all’agenzia Asset, si è arenato da circa un anno. 


Cosa conterrà Casa Arbore

Alla domanda del giornalista su cosa conterrà il museo della sua vita e carriera?, Arbore risponde: «Tutte le e chincagliere, ninnoli, soprammobili e civetterie acquistate in giro per il mondo. Plastica, perlopiù. Modernariato ormai datato, nel senso che quando andavo in giro a comprarli questi oggetti avevano già un discreto valore, che oggi è decuplicato perché non ne fanno più. Specchi, spille, radio, sculture, pupazzi, piccole carezze all’anima prodotte anche negli anni Trenta e Quaranta, tutto ciò che oggi incanta gli ospiti di casa mia e che domani vorrei mettere a disposizione della mia città e dei suoi turisti», dice il musicista. Ma anche tanta televisione: «Grazie alla Rai potremo allestire una specie di archivio permette della televisione di quelli anni, non solo delle cose che ho fatto io ma di quello che l’intelligenza e l’arte del nostro Paese producevano allora. Da Troisi a Benigni, da Boncompagni alla Carrà. Tutto in Casa Arbore, sotto la regia di Roberta Telesforo (sorella del musicista foggiano e suo discepolo Gegè, ndr), che renderà questo museo interattivo e contemporaneo».


«Sarei l’unico artista italiano a vedere il suo museo allestito da vivo»

Renzo Arbore sarà quindi il primo artista italiano a godere di un museo ancora da vivo. Scaramantico, il cantautore soprassiede sull’argomento: «Se tutto dovesse avverarsi prima del mio ultimo viaggio, sarei l’unico artista italiano a vedere il suo museo allestito da vivo. Una bella responsabilità, ma anche un bel modo di sdoganare l’argomento. La bellezza va celebrata quando chi l’ha prodotta può complimentarsi con chi è riuscito a concretizzarla, a metterla insieme. Bisognerebbe farla finita coi musei alla memoria, sarebbe bello se potessi inaugurare la stagione dei musei in favore della memoria», spiega l’artista, che spera, inoltre, di riuscire a inaugurarlo per il 87esimo compleanno, il prossimo 24 giugno. «Lo spero vivamente, c’è già tutto. Mancano dettagli amministrativi come le ho detto, per il resto le idee sono molto chiare. Ed io confido nella concretezza di Michele Emiliano (presidente della Regione Puglia, ndr), uno che vuol bene alla Puglia», conclude lo showman.

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