Ilaria Cucchi e i reati prescritti per la morte di Stefano: «I carabinieri tolgano la divisa a Mandolini»

«Mi auguro di essere smentita. Me lo auguro davvero perché devo aver fiducia nella Giustizia. Devo»

Ilaria Cucchi chiede ai carabinieri di togliere la divisa al maresciallo Roberto Mandolini. Ovvero al comandante di stazione condannato da tre corti d’assise diverse per i reati commessi al fine di proteggere i responsabili del pestaggio di suo fratello Stefano. In un articolo su La Stampa la senatrice ricorda che la Cassazione ha dichiarato la prescrizione per i processi di Mandolini. «Tra verbali rifatti, annotazioni non veritiere e telefonate a chi di dovere, riuscì nell’intento. Stefano Cucchi è stato affidato alla polizia penitenziaria di Piazzale Clodio in perfette condizioni fisiche. Era soltanto molto magro e aveva due eritemi sotto gli occhi». Poi conclude: «Il 28 aprile 2011 il maresciallo Mandolini testimoniò di fronte ai giudici affermando, sotto giuramento, che vide Stefano Cucchi come «persona tranquilla, spiritosa». Sostenne di aver fatto «quattro chiacchiere con lui», di aver «scherzato» con lui «con linguaggio romanesco, simpatico insomma». Aveva la sua divisa con tutte le varie decorazioni e parlava sfoderando l’arroganza di una tranquillità che solo i superiori potevano dargli mentre faceva processare degli innocenti. Oggi chiedo che l’Arma gli tolga quella divisa. Sono passati 14 anni dall’uccisione di mio fratello. Prescritto. E sono prescritti anche i reati per i quali sono stati condannati gli alti ufficiali della scala gerarchica. Ma per loro si troverà modo di assolverli perché le loro carriere e i loro lustrini sono più importanti della nostra vita. Mi auguro di essere smentita. Me lo auguro davvero perché devo aver fiducia nella Giustizia. Devo».


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