Trump a processo per frode, il tribunale diventa un ring: «Giudici prevenuti pagati da Soros». «Questo non è un comizio, risponda alle domande»

L’ex presidente Usa in aula a New York per le accuse sugli asset gonfiati della Trump Organization: «È chiaro che mi condannerete, avete già deciso»

È durato 5 ore il confronto-scontro tra Donald Trump e i giudici di New York nell’udienza del processo per frode in cui l’ex presidente Usa è accusato insieme a due dei suoi figli di aver gonfiato gli asset della holding di famiglia. Un’udienza in cui Trump ha provato a più riprese a delegittimare i giudici e ridicolizzare le accuse mossegli, mettendo a dura prova la pazienza dei magistrati. «Wow! Ho appena scoperto che la procuratrice generale corrotta e razzista Letitia James dello Stato di New York è stata sostenuta finanziariamente da George Soros», aveva scritto il tycoon sui social poco prima di entrare in tribunale a Manhattan, tanto per scaldare l’atmosfera. Trump ha «ripetutamente e costantemente travisato e gonfiato il valore dei suoi beni», gli aveva risposto a stretto giro parlando coi giornalista James. Quindi lo snervante interrogatorio in aula guidato dal giudice Arthur Engoron. «È chiaro che mi condannerà, perché ha sempre sentenziato contro di me», lo ha provocato Trump. «Questo non è un comizio politico, è un’aula di tribunale», ha ammonito il magistrato, richiamando i difensori di Trump a «controllare» il loro cliente, pena l’annullamento della deposizione. «Signor Trump, per favore risponda semplicemente alle domande», ha poi provato a riprendere il filo il giudice. Ma a mano a mano che le accuse venivano sventolare davanti a lui, Trump si è mostrato sempre più nervoso, furente: «Le banche sono state ripagate per intero, non c’è stato alcun danno, niente, tutti hanno ricevuto i loro soldi per intero, non c’è stata alcuna vittima», s’è agitato il tycoon, aggiungendo che «le banche non sanno nemmeno cosa ci stanno a fare in questo processo». Sui termini esatti di alcune delle accuse, Trump ha alternato molti «non so» e «non ricordo» alle domande dei giudici. I suoi legali hanno anche invocato i termini di prescrizione per alcuni documenti del 2014 di cui gli era stato chiesto conto.


Perché Trump è a processo

Il processo in cui è comparso oggi Trump fa riferimento ad una causa civile da 250 milioni di dollari che lo vede sotto accusa, insieme ai figli Donald Jr ed Eric, per aver gonfiato gli asset della Trump Organization allo scopo di ottenere condizioni più vantaggiose da banche e assicurazioni. I giudici hanno già accertato che ci sono stati comportamenti fraudolenti, e devono ora stabilire l’entità della sanzione. Per il tycoon, ricorda l’Ansa, la posta in gioco è salvare il suo impero da provvedimenti troppo severi e penalizzanti, magari scaricando la colpa sui contabili, come hanno già fatto i due figli nelle deposizioni dei giorni scorsi. Mercoledì sarà sentita in veste di testimone anche la figlia Ivanka Trump.


Leggi anche: