Le ultime parole di Sibilla Barbieri, morta con il suicidio assistito in Svizzera: «Io ho 10 mila euro, gli altri?» – Il video

La regista, malata oncologica terminale, non ha potuto accedere al percorso di morte volontaria chiesto alla Asl. E spiega la discriminazione alla base della sua decisione

Sibilla Barbieri, regista, attrice e anche malata oncologica terminale, è morta in Svizzera dopo aver scelto il suicidio assistito. A rendere note le sue volontà è l’associazione Coscioni. Sibilla, consigliera dell’associazione, ha scelto questa ultima opzione dopo il no della Asl romana per l’aiuto medico alla morte volontaria. La regista, secondo la decisione della Asl, non aveva i quattro requisiti previsti dalla sentenza Cappato\Dj Fabo della Corte costituzionale per accedere a questo percorso. In particolare la commissione medica ha ritenuto che a Sibilla Barbieri mancasse il requisito della dipendenza da trattamento di sostegno vitale. «Ho fatto tutte le cure preposte, ma non ha funzionato», spiega Sibilla nel suo ultimo video prima della partenza, affidato all’Associazione. «Non rientro perché non attaccata ai macchinari», precisa.


«C’è una discriminazione gravissima tra oncologici e chi si trova in condizioni non terminali»

«Questa – spiega la regista stessa nell’ultimo video pubblicato sui social – è una discriminazione gravissima tra i malati oncologici e chi si trova anche in altre condizioni non terminali. Per questo ho deciso liberamente di ottenere aiuto andando in Svizzera perché possiedo i 10mila euro necessari e posso ancora andarci fisicamente, anche se sono al limite. Ma tutte le altre persone condannate a morire da una malattia e che non possono perché non hanno i mezzi, perché sono sole o non hanno le informazioni, come fanno? Questa è un’altra grave discriminazione a cui lo Stato deve porre rimedio». Nel suo ultimo viaggio Barbieri è stata accompagnata dal figlio e dall’ex senatore radicale Marco Perduca. Entrambi si autodenunceranno domani mattina presso la stazione dei carabinieri Roma Vittorio Veneto. Rischiano fino a 12 anni di carcere. Anche Marco Cappato si autodenuncerà in quanto legale rappresentante dell’Associazione Soccorso Civile che ha organizzato e sostenuto il viaggio in Svizzera. Ad accompagnarli Filomena Gallo, legale difensore e segretario.


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