Caso Soumahoro, la prudenza del centrodestra in Giunta: tempi lunghi per la decadenza e richiesta di chiarimenti attraverso la Procura

La Giunta delle elezioni della Camera vuole vederci chiaro sulle carte trasmesse dalla Corte d’appello di Bologna. E nessuno nella maggioranza ha fretta di allontanare il deputato da Montecitorio

Nominare un mandatario, aprire un conto corrente dedicato alla campagna elettorale, presentare un rendiconto delle spese. È la triade burocratica che ogni candidato deve rispettare. La situazione di Aboubakar Soumahoro, eletto deputato nel collegio di Bologna alle elezioni del 25 settembre 2022, presenta irregolarità sotto tutti e tre gli aspetti. Ed è la prima volta che Montecitorio si trova ad affrontare un simile caso. Il Collegio regionale di garanzia elettorale istituito presso la Corte d’appello del capoluogo emiliano ha inviato gli atti alla Camera. Il presidente della Giunta delle elezioni, l’onorevole Dem Federico Fornaro, ha disposto la secretazione dei documenti redatti dai giudici bolognesi. Ma è questione di ore: le carte saranno esposte ai membri della Giunta al termine della seduta d’Aula di oggi, 8 novembre, quando l’organo si riunirà per valutare come procedere nei confronti dell’ex sindacalista. Non sarà presa una decisione definitiva: i membri non delibereranno per la decadenza di Soumahoro dal ruolo di parlamentare. Un po’ per garantismo, un po’ per cinismo politico.


Il caso Soumahoro costituisce il primo precedente secondo cui la magistratura ravvisa la trasgressione di un numero così alto di regole elettorali e per cui viene chiesta la decadenza. Ma il potere politico, prima di abbattere un argine verso l’interventismo delle toghe nelle questioni parlamentari, vuole vederci chiaro: l’indirizzo della maggioranza, nonostante essa sia fortemente avversa all’esponente di sinistra, è quello di esaminare con cautela gli atti. Gli accertamenti, dicono fonti del centrodestra, potrebbero prevedere anche il ricorso alla Procura, visto che il Collegio di garanzia non riesce a determinare con esattezza le transazioni effettuate da Soumahoro per la campagna elettorale. I tempi saranno inevitabilmente lunghi ed è verosimile che il deputato del gruppo Misto siederà sul suo scranno anche nel 2024. Solo dopo aver acclarato i dettagli della sua posizione, la Giunta potrebbe decidere per un suo allontanamento da Montecitorio.


A Soumahoro sarà dato modo di difendersi, presentare ricorsi e documenti. Ciò su cui i parlamentari di maggioranza e di opposizione sembrano concordare è impedire che si applichi una sorta di decadenza diretta in seguito alle rilevazioni dei magistrati del Collegio di garanzia. Fatto, ripetono come un mantra, mai avvenuto. Tra i deputati del centrodestra sentiti da Open, c’è chi spiega la cautela sul caso sbandierando il garantismo. Qualcun altro sottolinea la delicatezza della questione, poiché creerà, appunto, un precedente con la Corte d’appello. E infine, c’è un ragionamento più cinico, sotteso a tutti gli altri. Per il centrodestra, nell’ambito della classica diatriba politica contro la sinistra, è più “comodo” avere un Soumahoro da attaccare, in Aula e nei salotti televisivi: bersaglio facile anche per le sue vicende famigliari.

Leggi anche: