I corridoi stretti e umidi, i depositi per le munizioni, le trappole agli ingressi: come funziona la rete di tunnel sotto la Striscia di Gaza

Il New York Times ha ricostruito il labirinto sotterraneo che si cela sotto l’enclave palestinese. E che viene usata da Hamas come rifugio durante i bombardamenti israeliani

Se i miliziani di Hamas hanno potuto progettare il piano del feroce attacco contro Israele del 7 ottobre scorso senza essere scoperti, il motivo è che gran parte delle attività sono state svolte sotto terra. Sotto la Striscia di Gaza, infatti, si cela un enorme labirinto sotterraneo fatto di tunnel e passaggi segreti. Una vera e propria rete di nascondigli e depositi di munizioni, che i soldati di Hamas usano per progettare imboscate e proteggersi dai bombardamenti israeliani. Nessuno sa con esattezza quanto vasta e quanto capillare sia questa rete di tunnel. Il New York Times, però, ha provato a ricostruire tutto ciò che è emerso finora per spiegare nel dettaglio come funziona il labirinto sotterraneo che si cela sotto Gaza.


Il labirinto sotterraneo

Innanzitutto, precisa il quotidiano statunitense, non si tratta di semplici tunnel. Sotto terra si trovano infatti bunker per immagazzinare armi e alimenti, centri di comando e passaggi abbastanza larghi da farci passare i veicoli. Secondo alcune fonti sentite dal New York Times, è proprio in alcuni di questi passaggi sotterranei che Hamas tiene nascosti gli ostaggi israeliani catturati durante l’invasione del 7 ottobre. Nel corso delle ultime settimane, Israele ha sostenuto più volte che Hamas si nascondesse in tunnel situati sotto alcune infrastrutture civili. Secondo l’esercito di Tel Aviv, questo rende inevitabile l’attacco contro obiettivi apparentemente non militari. Secondo le autorità palestinesi, invece, gli attacchi non sarebbero altro che un bombardamento indiscriminato contro i civili.


I tunnel di contrabbando

Verificare le informazioni delle due parti, spiega il New York Times, in questo momento è quasi impossibile. Alcune immagini diffuse negli ultimi anni, però, permettono almeno di ricostruire l’aspetto e il funzionamento della rete di tunnel e passaggi sotterranei. I corridoi di accesso, precisa il giornale americano, in genere sono alti 2 metri e larghi 1 metro e mezzo. Un dettaglio confermato anche dalla donna israeliana di 85 anni liberata dopo 17 giorni di prigionia, che ha descritto il luogo come una «ragnatela» bagnata e umida. Lo sviluppo di questa rete sotterranea pare che risalga al 2007, quando Hamas ha preso il potere a Gaza e Israele ha rafforzato il proprio controllo sull’enclave. A questo punto, i miliziani hanno pensato bene di costruire una rete nascosta per aggirare il blocco e consentire lo scambio di merci, armi, carburante e apparecchiature elettroniche con il mondo esterno.

Le trappole agli ingressi

A complicare gli sforzi dell’esercito israeliano di smantellare la rete di tunnel contribuisce poi un altro fattore: spesso gli ingressi sono dotati di bombe innescate a distanza oppure di esplosivi dotati di fili elettrici. Uno stratagemma che permette ai combattenti di Hamas di tendere imboscate ai soldati dello Stato ebraico che riescono a infiltrarsi nella rete di passaggi sotterranei.

Foto di copertina: EPA/Jack Guez | Un’immagine del 2018 che mostra un tunnel al confine tra Israele e la Striscia di Gaza

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