L’Usb del commercio anche nel 2023 vuole scioperare a Natale e Capodanno. La rivendicazione è un assist a Salvini: «Per avere il tempo di organizzare le feste»

L’anno scorso l’astensione dal lavoro «per garantire il meritato riposo in compagnia dei propri cari, di parenti e amici e degli amici a quattro zampe»

Anche nel 2023 – come era accaduto l’anno scorso – l’Unione sindacale di base del lavoro privato-commercio ha intenzione di scioperare la Vigilia di Natale e la sera di Capodanno «dalle 17 a fine turno», con estensione dello sciopero per chi dovesse prendere servizio alla mezzanotte del 25 dicembre 2023 o del primo gennaio 2024. L’intenzione di scioperare è contenuta in una mail inviata alle proprie rappresentanze, anche se si avverte visto l’anticipo di tempo che «eventuali variazioni sulle modalità della predetta astensione saranno tempestivamente comunicate dalle nostre strutture territoriali».


Le motivazioni dello sciopero sembrano scritte per fornire un assist al vicepremier Matteo Salvini, che ironizzava sugli scioperi che cadono sempre di venerdì in modo da fare «ponte» con il week end. Gli organizzatori scrivono infatti: «L’astensione ha lo scopo di consentire alle lavoratrici e ai lavoratori del settore di godere del tempo necessario ad organizzarsi per le festività del 25 dicembre 2023 e del 1° gennaio 2024».


Lo sciopero sarebbe un bis di quello già proclamato (ed effettivamente messo in pratica) durante le festività 2022-2023. Allora la motivazione fu ancora più dettagliata: «Lo sciopero», scrisse in un volantino l’Usb, «del 24 e del 31 dicembre rappresenta un importante momento di protesta indispensabile per garantire la fruizione di queste giornate a tutte le donne e gli uomini impiegati nei singoli punti vendita e nei centri commerciali di tutto il territorio nazionale. Anche loro hanno diritto di godere del riposo durante questo periodo di meritate feste in compagnia dei propri cari, di parenti e amici, e degli amici a quattro zampe».

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