Decreto Schillaci, dalla marijuana alla codeina: le droghe di Stato che potranno essere prodotte in Italia

Pubblicate in Gazzetta ufficiale le tabelle aggiornate per il 2024

Come ogni anno, con decreto del ministero della Salute, sono state determinate le quantità di sostanze stupefacenti e psicotrope che possono essere fabbricate e messe in vendita in Italia e all’estero. Il provvedimento approvato il 13 novembre 2023 e che avrà effetto per il 2024 prevede che possano continuare a essere prodotte da aziende operanti sul territorio diverse droghe. Ovviamente, l’uso previsto è quello medico, ma alcuni stupefacenti inclusi nelle tabelle sono spesso impiegate anche per altri fini. È il caso, ad esempio, della codeina, diventata famosa sulla scena musicale trap. La sostanza, ricavata dal papavero da oppio, viene utilizzata per i farmaci contro la tosse. Trapper e rapper, quando nelle canzoni parlano di “sciroppo”, fanno riferimento a una droga ottenuta miscelando questi farmaci contenenti codeina con una bibita gassata, necessaria a diminuirne la densità per essere consumata più facilmente.


Lo “sciroppo”, altrimenti detto lean, purple drank – per la colorazione viola che deriva dai coloranti dei farmaci per la tosse – o sizzurp, può essere ottenuto anche con la molecola di prometazina, di destrometorfano e altri oppioidi. È la Salars Spa di Como, secondo le tabelle pubblicate in Gazzetta ufficiale, l’unica azienda che in Italia può produrre codeina e derivati, sia nella categoria «sostanze da destinarsi alla produzione di medicinali» sia «per uso analitico e strumentale». Il monopolio della coltivazione delle infiorescenze di cannabis, da produrre con finalità esclusivamente farmacologiche, ce l’ha invece lo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, gestito dall’Agenzia Industrie Difesa. Per la produzione delle sostanze incluse nella lista degli stupefacenti autorizzati – anfetamine, benzodiazepine, ciclopirroloni, ecc. -, sono state autorizzate, in totale, sei aziende.


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