Filippo Turetta potrebbe essere estradato in Italia venerdì: sarà portato a Roma, poi a Venezia per l’interrogatorio di garanzia

Il giovane ha dato l’assenso alla procedura semplificata per la consegna. Tajani ringrazia le autorità tedesche per la collaborazione

Il tribunale tedesco ha disposto l’estradizione per Filippo Turetta, come richiesto dai magistrati della procura di Venezia. Turetta ha accettato una procedura semplificata di consegna all’Italia, rendendo quindi non più necessaria una decisione della Corte di Appello di Naumburg. Per questo il trasferimento del giovane, accusato dell’assassinio di Giulia Cecchettin, potrebbe avvenire già entro la fine di questa settimana: con ogni probabilità nella giornata di venerdì 24 novembre, secondo quanto riferisce l’Ansa. A prendere in carico Turetta saranno gli uomini del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (Scip), che si sta coordinando in queste ore con l’omologo organismo tedesco per organizzare la consegna del giovane. Gli agenti del servizio interforze si dovrebbero imbarcare su un volo per Fiumicino: all’atterraggio, a Turetta sarà notificata l’ordinanza di custodia cautelare in carcere a Roma. Quindi potrà essere trasferito a Venezia per l’interrogatorio di garanzia del gip. «Ringrazio la giustizia tedesca per i tempi rapidi con i quali ha operato, la nostra Ambasciata e le forze dell’ordine che stanno lavorando ininterrottamente per questo obiettivo», ha scritto stamattina su X il ministro degli Esteri Antonio Tajani.


Nell’auto di Turetta una lama da dodici centimetri, tracce di sangue e il sospetto della sim straniera

Nell’auto del giovane, accusato dell’omicidio della ex fidanzata 22enne Giulia Cecchettin è stato trovato un coltello da cucina con una lama di dodici centimetri, probabilmente l’arma del delitto, un paio di guanti e un telefono cellulare. All’interno della Punto nera fermata lungo l’autostrada vicino a Lipsia sono state individuate anche tracce di sangue, presenti anche sulle scarpe e sui vestiti del giovane. Sarebbero stati trovati infine circa 300 euro in contanti; altri accertamenti sono in corso e riguardano l’eventuale acquisto di una scheda Sim straniera per poter utilizzare il telefonino senza venire tracciato.

I genitori di Turetta: «Non siamo una famiglia patriarcale»

«Proviamo un immenso dolore per la povera Giulia. Siamo vicini alla sua famiglia, siamo devastati per quello che è accaduto. Ci fa male vederci additare come genitori inadeguati, come una famiglia simbolo del patriarcato. Non lo siamo mai stati, non è quello che abbiamo insegnato a nostro figlio», dichiarano in un’intervista al Corriere della Sera, Nicola Turetta e la moglie Elisabetta, papà e mamma di Filippo. E in merito all’ipotesi di premeditazione il padre dichiara: «Mi sembra impossibile. Ma poi dicono dello scotch, del coltello, non so cosa pensare… Forse voleva sequestrarla per non farle dare la tesi e poi la situazione è degenerata. Non so darmi una risposta». Alla domanda sul movente risponde: «Secondo noi, ripeto, gli è scoppiata qualche vena in testa. Non c’è davvero una spiegazione. Parlano di possesso, maschilismo, incapacità di accettare che lei fosse più brava di lui. Non è assolutamente niente di tutto questo. Io sono convinto che qualcosa nel suo cervello non abbia più funzionato».

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