Maturità bis a Messina, la famiglia della studentessa: «Mai chiesto un voto più alto, la sua prova si è svolta in un clima di tensione»

Nella nota dei parenti dell’alunna che ha presentato l’esposto, tutte le precisazioni sulla vicenda. E l’accusa di protagonismo ai suoi compagni di classe

«I giovani hanno diritto a credere nella giustizia, anche nella giustizia che è nella scuola». Si conclude così la lettera con la quale la famiglia della studentessa che ha presentato un esposto per segnalare irregolarità nello svolgimento della prova orale della maturità – e che ha portato alla sospensione di due docenti della Commissione interna da parte del comitato di disciplina – vuole fare chiarezza su quanto emerso in queste settimane riguardo alla vicenda. Il 9 novembre 5°A dell’indirizzo linguistico del liceo Galileo Galilei di Spadafora, nel Messinese, ha dovuto ripetere la prova orale. «Non è stato mai chiesto l’annullamento dell’esame o un voto maggiore. Nessun ricorso al Tar è stato presentato», precisa ora la famiglia, «è stato presentato un esposto soltanto all’Istituzione scolastica». All’indagine ispettiva che ne è seguita, si sono presentati solo tre compagni di classe, mostrandosi collaborativi. Gli altri, sette in tutto, «hanno ritenuto di non collaborare con gli ispettori, continuare le vacanze e non presentarsi per rendere le loro spiegazioni». Così, quando le irregolarità sono state accertate, l’ufficio regionale ha emanato il provvedimento di ripetizione dell’esame disponendo una risoluzione veloce per venire incontro alle esigenze di tutti, già entro settembre.


La prova orale bis

Ma, scrive ora la famiglia della studentessa, ciò non è stato possibile per l’opposizione e il ricorso al Tar dei 10 compagni di classe. «Hanno immediatamente ottenuto un illusorio provvedimento urgente dal presidente che, ancora prima di sentire le altre parti della causa, ha sospeso solo la data fissata per la ripetizione dell’esame orale», ricostruisce la nota, «rinviando per la discussione del provvedimento cautelare all’udienza del 18 ottobre». Una sospensione illusoria perché poi a ottobre il Tar impone la ripetizione dell’esame. «Si scatena un’ondata di disinformazione sui mass media e sui social con vittima la ragazza, che viene  indicata come responsabile del tutto», lamenta oggi la sua famiglia. E sottolinea come la nuova commissione abbia agito svolgendo «prove orali di tipo meramente conservativo». Soprattutto, punta il dito sullo svolgimento dell’orale dell’alunna che ha denunciato le irregolarità in estate: «L’esame della studentessa, sentita per ultima, viene condotto in un clima di grande tensione in un’aula gremita, con la presenza dei compagni di classe con rispettivi genitori e molte persone di loro conoscenza. Anche alcuni professori del suo corso i quali si rifiutano di salutarla. Nonostante la tensione, la studentessa riesce a gestire a testa la situazione con grande controllo delle emozioni».


«La voglia di protagonismo»

Al termine della prova, ripetuta a distanza di quattro mesi, i voti vengono sostanzialmente confermati. «È evidente che la conferma dei voti rappresenta la migliore difesa per la precedente commissione d’esame ed ha l’effetto in diritto di attenuare eventuali responsabilità», ne è convinta la famiglia, che poi ironizza sulle numerose interviste e interventi dei compagni di classe. «Scoppia la voglia di protagonismo di alunni e di alcuni genitori con interviste in televisione, TikTok, Fanpage, Facebook e chi più ne ha più ne metta, ove continuano diffondersi notizie false. Fino ad un paio di giorni fa, nella trasmissione I fatti vostri su Rai2, vi era la presenza di due alunni che lamentavano i danni che avrebbero subito per la ripetizione a novembre dell’esame orale », sottolineando ancora come il ritardo nella ripetizione della prova sia stato causato dal ricorso dei 10 alunni, non dall’esposto della studentessa. La precisazione si conclude con la rivendicazione di aver cercato un po’ di giustizia per una prova d’esame che era stata ritenuta irregolare. E che così è stata riconosciuta anche dalle autorità. «La scuola come Istituzione educativa pone le basi per formare gli alunni come “onesti cittadini” e per istruirli», si legge infine nella nota, «la famiglia si è da subito affidata all’Amministrazione Scolastica, nella figura dell’Usr Sicilia, esponendo ad essa l’iter dell’intera vicenda e riponendo nell’Amministrazione stessa massima fiducia. È stato intrapreso un percorso  in modo del  tutto sereno in cui si è riusciti a far emergere le irregolarità. I giovani hanno diritto a credere nella giustizia, anche nella giustizia che è nella scuola».

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