Arrivano le pagelle per i magistrati. Toghe sotto esame ogni quattro anni. E dopo due bocciature si è rimossi dal servizio

Ne parla Il Messaggero. Nel progetto del Guardasigilli Carlo Nordio criteri di valutazioni e voti a partire «dalla data di nomina»

Voti ai magistrati, controlli e sanzioni per verificare l’attendibilità e il risultato dei processi giudiziari. E infine stretta sulle toghe fuori ruolo che scelgono la politica o che attendono un nuovo incarico. Secondo quanto riporta Il Messaggero questo è il contenuto dei due decreti pronti per il Consiglio dei ministri, previsto all’inizio della prossima settimana. Stiamo parlando della riforma della giustizia, l’attuazione della legge Cartabia, chiesta dall’Europa per centrare gli obiettivi del Pnrr. Adesso, nel progetto del Guardasigilli Carlo Nordio, arriva il “fascicolo del magistrato”, una valutazione dell’operato. Il fascicolo, spiega il decreto legislativo visionato dal Messaggero, sarà «istituito presso il Csm». Dentro numeri, dati e giudizi compilati dai vertici degli uffici giudiziari, i procedimenti pendenti, «l’esito delle richieste o dei provvedimenti» resi nelle fasi del processo, i verbali delle udienze. Il Csm infine valuterà la toga con promozioni e bocciature, «ogni quattro anni», a partire «dalla data di nomina». Un esame che finirà solo dopo la settima valutazione (ovvero dopo almeno ventotto anni di carriera).


I criteri di valutazione sul magistrato

I criteri di valutazione saranno quattro. Il primo, il «possesso delle tecniche di argomentazione e di indagine», o ancora «la conduzione dell’udienza da parte di chi la dirige e la presiede». Il secondo «la produttività, intesa come numero e qualità degli affari trattati in rapporto alla tipologia degli uffici» e «tempo di smaltimento del lavoro». Il terzo la «diligenza» ovvero «l’assiduità e puntualità nella presenza in ufficio, nelle udienze e nei giorni stabiliti» e il «rispetto dei termini per la redazione, il deposito di provvedimenti o comunque per il compimento di attività giudiziarie». Infine l’impegno, il quarto criterio, ovvero «la disponibilità per sostituzioni di magistrati assenti» e «la frequenza di corsi di aggiornamento».


Step di valutazione e bocciature

Gli step di valutazione sono due: il primo giudizio sarà espresso dal Consiglio giudiziario, l’organo consultivo decentrato del Csm, che darà un parere motivato sulla toga. Poi il voto finale del Csm, controfirmato dal ministro. Se la valutazione sarà positiva il giudice avrà uno scatto di carriera e di stipendio. In caso di voto negativo, nuovo esame del giudice in questione dopo un anno. E se si incorre in una bocciatura? Le soluzioni, riporta il Messaggero, variano da «un corso di frequentazione professionale» a misure dure come il cambio di funzione, l’esclusione da incarichi direttivi. In caso di bocciatura l’esame di ripete dopo due anni e in questi casi c’è la perdita del «diritto all’aumento periodico di stipendio». Nel corso del procedimento la toga potrà difendersi e chiedere di essere ascoltata, ma se il Csm conferma la bocciatura una seconda volta il magistrato è «dispensato dal servizio».

(foto ANSA/MATTEO BAZZI)

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