Mafia, Nordio certifica il passo indietro sul concorso esterno: «Nessuna modifica, ma serve costruire uno strumento più efficace». Arriva l’ok di Mattarella al dl di riforma della Giustizia

Meloni, poche ore prima a Palermo, aveva suggerito al suo ministro di essere «più politico e meno magistrato» nelle esternazioni

«Comprenderete il mio sconcerto e il mio sdegno quando qualcuno mi ha definito favoreggiatore della delinquenza mafiosa». Sono le parole con cui Carlo Nordio ha esordito nel Question Time alla Camera. Oggi, 19 luglio, il ministro della Giustizia è stato chiamato a rispondere a un’interrogazione sul reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Ma prima delle sue spiegazioni a Montecitorio, era stata Giorgia Meloni a chiarire che una modifica della disciplina non è prevista nel programma di governo. A Palermo per il 31° anniversario della morte di Paolo Borsellino, la presidente del Consiglio aveva suggerito al suo ministro di essere «più politico e meno magistrato» nelle esternazioni, derubricando a semplici «opinioni» le sue dichiarazioni sul tema del concorso esterno. In realtà, la versione del guardasigilli è diversa: «Le mie considerazioni sulla necessità di una normativa ad hoc sul concorso esterno, miravano di conseguenza ad eliminare incertezze future, costruendo uno strumento anche più efficace di quello attuale nella repressione delle associazioni criminose e di chi, in un modo nell’altro, vi fa parte». Quindi, a Montecitorio, Nordio ha confermato una sorta di intenzione legislativa. Specificando: «Non vi è alcun affievolimento nel contrasto alla criminalità organizzata, né potrebbe essere altrimenti, principalmente da parte di un ministro che vi ha dedicato la parte più importante della propria funzione di magistrato. Ed è con questo sentimento di commossa rievocazione del collega Borsellino, e della altre vittime della violenza stragista, che auspico che questa polemica sterile oggi si chiuda».


Il titolare di via Arenula, rivolgendosi ai deputati, ha ribadito quanto detto da Meloni sul programma di riforme enunciato, ovvero che «non vi è traccia di modifiche su questa disciplina. Né avrebbe potuto esservi, perché non ha fatto né fa parte del programma governativo». Tuttavia, ha aggiunto, «il problema tuttavia è sorto a causa dell’incertezza applicativa del concorso esterno, tanto che la Cassazione a suo tempo ha cambiato indirizzo. Le voci per introdurre una norma tipica sono quasi universali nel mondo universitario e forense. Ora, è vero che per il concorso esterno, esiste una giurisprudenza abbastanza consolidata, ma come ben sapete nel nostro ordinamento non esiste il principio dello “stare decisis”, e la stessa Cassazione ha, come ho detto, talvolta cambiato indirizzo. L’ultima prova di quanto sto dicendo è recentissima: la Corte ha ridefinito il concetto di criminalità organizzata in senso assai restrittivo, con il rischio di compromettere molti processi in corso per reati gravissimi. Ed è per questo che nell’ultimo Consiglio dei ministri, di concerto con la presidenza, abbiamo annunciato un decreto legge proprio per definire, con i doverosi criteri di tassatività e specificità, i reati di criminalità organizzata». La risposta di Nordio non ha soddisfatto il partito dell’interrogante, il Movimento 5 stelle.


Il leader Giuseppe Conte ha attaccato la presidente del Consiglio e il suo ministro, sostenendo che sono stati costretti a «rimangiarsi» le affermazioni fatte in materia di giustizia: «Il ministro Nordio aveva detto che voleva rivedere il reato di concorso esterno in associazione mafioso. Meloni che non era tra le priorità, ma non lo aveva escluso. Poi Nordio aveva detto che non è nel programma e oggi, come Meloni, ha ritrattato ed è stato costretto a rimangiarsi tutto in modo categorico. Possiamo ritenerci soddisfatti, è un tema che non è oggetto di discussione». Intanto, durante il dibattito che ha visto protagonista il guardasigilli, dal Quirinale è arrivata la notizia che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha autorizzato la presentazione alle Camere del disegno di legge recante modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, all’ordinamento giudiziario e al codice dell’ordinamento militare. Ovvero, il cosiddetto ddl Nordio, varato dal Consiglio dei ministro lo scorso 15 luglio. Il testo è stato al centro di diverse polemiche perché contiene, tra le altre cose, l’abolizione del reato di abuso d’ufficio. Il provvedimento dovrà essere esaminato da Palazzo Madama, nella commissione presieduta dalla senatrice leghista Giulia Bongiorno.

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