Le tre ipotesi di crollo della torre Garisenda a Bologna: «Ma è più probabile l’implosione»

Il rischio collasso c’è. Il documento del comitato tecnico scientifico risale a febbraio 2023

Una simulazione che risale a febbraio 2023 mostra il possibile crollo della Torre Garisenda a Bologna. I rendering mostrano tre ipotesi: quello sulla basilica dei santi Bartolomeo e Gaetano, quello verso l’Asinelli e l’implosione. I «possibili meccanismi di collasso della Torre Garisenda» sono stati analizzati nella riunione del comitato tecnico scientifico. Alla fine della quale gli esperti scrivono che «le modellazioni indicano che in caso di crollo, questo si innesca al centro per cui è probabile che avvenga tramite implosione». Il rischio collasso quindi c’è, spiega oggi il Quotidiano Nazionale. Mentre sono cominciati i lavori per la stabilizzazione, che dureranno anni. Ma dopo il transennamento dovuto alle «oscillazioni anomale» nei prossimi mesi verrà predisposto il piano mobilità definitivo.


Le ipotesi

All’epoca della redazione del documento con le tre ipotesi di crollo si parlava di iniezioni di malta e di pali di sostegno. Di rischio si è parlato anche nelle riunioni successive, che risalgono a marzo e ad aprile e poi a luglio e a settembre. Mentre il sindaco Matteo Lepore è stato avvisato solo il 13 ottobre. Intanto l’opposizione comunale di Fratelli d’Italia ha annunciato un esposto in procura sui presunti ritardi da parte del Comune. Il piano per l’evacuazione prevede un’allerta rossa con blocco della circolazione stradale. Intanto è iniziato il censimento di coloro che abitano a 100 metri nel raggio della torre. I residenti nell’area a rischio crolli sono in tutto 459. Il restauro comincerà dopo la messa in sicurezza dell’area.


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