Allerta gialla, censimento, sistema di evacuazione: cosa prevede il piano di Protezione civile per la Torre Garisenda di Bologna

Il Comune ha approvato il documento con le prossime azioni da intraprendere per far partire il cantiere prima della fine dell’anno

Le «oscillazioni anormale» dei giorni scorsi hanno preoccupato le istituzioni e gli esperti, così Torre Garisenda, uno dei simboli di Bologna insieme alla sorella Torre degli Asinelli, è diventata un caso e negli ultimi giorni è stata una corsa per capire come intervenire il più velocemente ed efficacemente possibile per mettere in sicurezza l’edificio medievale e scongiurarne il crollo. Per mesi, i sensori della torre inclinata, che poggia su fondamenta del 1.100 e si erge per 48 metri, hanno dato segnali preoccupanti, aggravati nelle ultime settimane. Dopo aver chiuso chiuso al traffico piazza Ravegnana, alla base delle Due Torri e crocevia del centro, il Comune ha ora approvato il piano di Protezione civile per stabilire con esattezza le azioni da intraprendere nei prossimi mesi, essendo ormai tutti consapevoli che i lavori dureranno anni e avranno un impatto importante sulla viabilità. «Mi sono assunto la responsabilità di delineare un percorso del tutto precauzionale, senza drammatizzare ma senza lasciare che tutto vada avanti come se niente fosse», ha dichiarato il sindaco Matteo Lepore, «la Garisenda cambierà la vita di tutti i bolognesi, che dovranno metterci qualcosa e metterci del proprio». E ha poi aggiunto: «Questo non riguarda tanto Lepore e la possibilità di essere riconfermato o meno per un secondo mandato».


Il piano del Comune

L’approvazione del piano da parte della giunta è arrivata dopo il confronto con i tecnici e prevede di far partire il cantiere prima della fine dell’anno. In questo momento la zona considerata più a rischio intorno alla Garisenda si trova in allerta gialla. «È nella fase di attenzione», ha spiegato il sindaco, «ho scelto la modalità più precauzionale possibile». I tre livelli di allerta sono gialla, arancione e rossa, e nel piano sono definiti i ruoli, i compiti e le modalità operative di tutti i soggetti interessati, andando a integrare il piano di Protezione Civile sottoscritto nel 2016. Con l’allerta gialla, continua il monitoraggio, in una situazione di attenzione senza rischi immediati. L’allerta arancione scatterebbe in caso di «ulteriori anomalie», con l’attivazione da parte della polizia locale di un video monitoraggio di emergenza. Con l’allerta rossa, in caso di pericolo grave, verrebbe attivata l’evacuazione e il blocco della circolazione stradale. Da lunedì 13 novembre verrà iniziato un vero e proprio censimento di coloro che abitano nell’arco di 100 metri dalla torre. Si tratta di 459 residenti nell’area più a rischio nel caso di crolli o caduta di materiale dall’alto: di questi, 46 hanno meno di 10 anni e 14 persone sono seguite dai servizi sociali. Il censimento delle forze dell’ordine e del personale della protezione civile servirà anche a conoscere le condizioni fisiche di quei cittadini per predisporre al meglio il piano preventivo di evacuazione. Solo dopo la messa in sicurezza dell’area e della torre stessa, una volta individuate le cause delle oscillazioni, potranno iniziare i lavori veri e propri di restaurazione.


L’area del censimento

Sono 459 i residenti della zona interessata al censimento, che riguarda: Galleria del leone, Galleria Due Torri, Galleria Giovanni Acquaderni, Piazza della Mercanzia, Piazza di Porta Ravegnana, Strada Maggiore (dal civico 1 al 14), Via Caldarese 2/B, Via Canonica 2 e 2/a, Via Caprarie, Via Castel Tialto (1-6), Via Castiglione (1-3), Via dal Luzzo (1-7), Via de’Giudei (1-10), Via dell’Inferno ( 1-6), Via Rizzoli (1-42), Via Oberdan (1-9), Via Zamboni (1-8), Via San Vitale (1-22), Via Santo Stefano (1-8), Vicolo San Giobbe (1-5) e Vicolo Tubertini 3,4 e 4/a.

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