Salario minimo, la maggioranza affossa la proposta delle opposizioni: la delega passa al governo

Le opposizioni, in segno di protesta, hanno lasciato la commissione Lavoro

Via libera della commissione Lavoro della Camera all’emendamento di maggioranza che cancella la proposta delle opposizioni sul salario minimo. Ora il testo finisce su un binario morto dato che delega al governo, entro sei mesi. Tra gli obiettivi «garantire l’attuazione del diritto di ogni lavoratore e lavoratrice a una retribuzione proporzionata e sufficiente, come sancito dall’articolo 36 della Costituzione». Pd, Avs, M5S e Azione avevano presentato una proposta di legge per prevedere una retribuzione minima di 9 euro l’ora. Ipotesi su cui il governo Meloni ha sempre fatto muro. E oggi la commissione Lavoro, tra le proteste delle opposizioni, è passato un emendamento della maggioranza che di fatto ha cancellato la proposta delle opposizioni. Per protesta, ha dichiarato il capogruppo del Pd in commissione, Arturo Scotto, «tutte le opposizioni hanno abbandonato i lavori. Hanno compresso i tempi parlamentari uccidendo così il salario minimo con una delega al governo. Non ci rendiamo complici di questo scempio della democrazia parlamentare». «La delega nei fatti certifica l’ennesimo rinvio di sei mesi – attacca la segretaria Pd Elly Schlein – Ma le persone che prendono 5 euro all’ora di salario non possono aspettare. Il governo decide di sfilare la discussione al Parlamento e di accentrare per non decidere. Non hanno nemmeno il coraggio di bocciare il salario minimo alla luce del sole e invece si sono dati a una fuga ingloriosa. Un giorno davvero triste e buio per la democrazia».


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