Cop28, Meloni: «L’Africa non ha bisogno di carità». E attacca i cibi sintetici: «Non voglio un mondo in cui solo i ricchi mangino alimenti naturali»

La presidente del Consiglio ha avuto anche un incontro a margine con Erdoğan. Il turco, parlando del conflitto a Gaza, ha ribadito che è «essenziale fermare Israele»

Inizia la Cop28 e i leader del mondo convogliano verso gli Emirati Arabi Uniti. Tra loro c’è anche Giorgia Meloni. Arrivata all’Expo City di Dubai, la mattina del primo dicembre, ha partecipato a un panel denominato Trasformare i sistemi alimentari di fronte al cambiamento climatico. Durante il suo intervento, la presidente del Consiglio ha esaltato la filiera dell’agrifood italiana. Ma ha parlato molto anche di Africa, sostenendo che il continente non abbia bisogno di beneficenza, poiché possiede già le risorse che possono portare un benessere diffuso. Meloni, lungo il suo ragionamento, ha riservato poi un attacco ai cibi sintetici: «Non voglio un mondo in cui i ricchi possono mangiare alimenti naturali mentre ai poveri vanno quelli sintetici, con un impatto sulla salute che non possiamo prevedere, non è questo il mondo che voglio vedere». Argomentando, ha detto di volersi impegnare per assicurare alimenti sani per tutti: «Questo significa che non vogliamo considerare la produzione alimentare come sopravvivenza, ma un mezzo per vivere una vita sana. E il ruolo della ricerca è essenziale in questo contesto».


La presidente del Consiglio ha fatto un (consueto) richiamo alle radici, alla tradizione, anche mentre parlava di alimentazione: «Il mondo che voglio vedere io è un mondo in cui il legame che ha unito la terra e l’umanità, il lavoro e la nutrizione nel corso dei millenni sia preservato e la ricerca sia in grado di aiutare a ottimizzare quel legame. Garantire colture resistenti alle malattie e resilienti ai cambiamenti climatici, ma anche ideare tecniche agricole sempre più moderne e innovative, in grado di migliorare sia la qualità che la quantità della produzione e ridurre le esternalità negative come l’eccessivo consumo di acqua. Questo è ciò in cui siamo impegnati. Ovviamente occorre dedicare risorse adeguate al nesso clima-sistemi alimentari. Questo è uno degli obiettivi del Fondo italiano per il clima da 4 miliardi di euro, di cui il 70% sarà destinato ai Paesi africani». La sicurezza alimentare per tutti, ha chiosato Meloni, «è una delle priorità strategiche della nostra politica estera». Per questo motivo, ha sostenuto, «una parte molto importante del nostro progetto per l’Africa, il Piano Mattei, si rivolge al settore agricolo».


Bilaterale con Erdoğan. Il turco: «Essenziale fermare Israele»

Industria della Difesa, adesione della Turchia all’Unione europea, accordo doganale tra Ankare e Bruxelles: sono alcuni dei temi che Meloni ha affrontato nel bilaterale con Recep Tayyip Erdoğan. Durante l’incontro, a margine degli eventi della Cop28 di Dubai, si è parlato a lungo anche del conflitto a Gaza. Benché dalle fonti ufficiali trapeli che «entrambi i leader abbiano riaffermato la volontà di contribuire alla sicurezza e alla stabilità in questa difficile fase della regione e l’importanza di iniziare sin d’ora a lavorare per una soluzione politica», divergono le visioni sulla sulla crisi in corso. Meloni ha elogiato «il ruolo della Turchia nell’evitare di allargare il conflitto al resto della regione» e ha auspicato «una nuova pausa umanitaria». Dal canto suo, Erdoğan ha biasimato Tel Aviv, affermando che «è essenziale prendere misure efficaci per fermare Israele in modo tale da porre fine alle uccisioni». Dall’ufficio stampa di Ankara, infine, viene sottolineata l’importanza di una «stretta cooperazione con l’Italia» per arrivare alla fondazione di uno Stato sovrano palestinese, basato sui confini del 1967.

Il secondo intervento di Meloni: «Le risposte inadeguate sul clima aumentano le tensioni»

Nel secondo intervento di Meloni, avvenuto nel corso dell’evento dedicato all’adattamento ai cambiamenti climatici, la presidente del Consiglio ha rimarcato che, «nonostante i progressi compiuti dopo l’Accordo di Parigi, continuiamo a dover affrontare un evidente “gap di adattamento”». Per Meloni, tali «risposte inadeguate non solo amplificano gli impatti del cambiamento climatico, ma aumentano anche le tensioni sulla scarsità delle risorse e ostacolano il progresso verso lo sviluppo sostenibile». Poi è tornata a parlare della cooperazione con i Paesi africani: «L’Italia intende destinare una quota estremamente significativa del Fondo italiano per il clima, la cui dotazione complessiva è di 4 miliardi di euro, alle Nazioni più vulnerabili dell’Africa, per iniziative volte alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici. Non però – ha concluso – attraverso un approccio caritativo, perché l’Africa non ha bisogno di carità. Ha bisogno di essere messa in condizione di competere ad armi pari, per crescere e prosperare grazie alla moltitudine di risorse di cui il continente dispone. Una cooperazione tra pari, rifiutando approcci paternalistici e predatori».

Ministero dell’Ambiente e Fao siglano un accordo a Dubai

Intanto, per sostenere le azioni climatiche, in particolare attraverso investimenti in Medio Oriente, Africa e Stati insulari in via di sviluppo, il ministero dell’Ambiente italiano e la Fao hanno firmato una lettera d’intenti. Il testo porta la firma del ministro Gilberto Pichetto Fratin e del direttore generale Qu Dongyu, incontratisi durante la Cop28. «Con la firma di oggi, rinnoviamo il nostro impegno a promuovere la crescita sostenibile della produttività agricola, l’adattamento ai cambiamenti climatici e la riduzione delle emissioni di gas serra», ha rivendicato il titolare del dicastero italiano. Attualmente, la collaborazione tra ministero dell’Ambiente e Fao segue principalmente due linee di intervento: la Partnership sulle bioenergie – Global Bioenergy Partnership (Gbep) -, e la la promozione della Climate Smart Agriculture, attraverso il progetto International Alliance for Climate Smart Agriculture (Iacsa). «Siamo fieri di sostenere la Global Bioenergy Partnership, un’iniziativa nata nel 2005 su proposta italiana, di cui quest’anno abbiamo la co-presidenza assieme all’Argentina», ha rivendicato Pichetto Fratin. «Attraverso questo partenariato, abbiamo contribuito all’elaborazione di indicatori di sostenibilità per la produzione e l’uso di bioenergie, con l’obiettivo di supportare politiche che aumentino la sostenibilità di tali risorse. A tal proposito, siamo lieti che la Fao ospiterà a Roma la prossima Bioenergy Week, nella prima metà del 2024».

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