Femminicidio Andria: Vincenza Angrisano cinque giorni prima che fosse uccisa era finita al pronto soccorso per colpa del marito killer

La Asl però non segnalò l’episodio alle autorità perché la prognosi era sotto i 40 giorni. Il vocale all’amica: «Ho avuto una settimana molto particolare, sono andata in ospedale perché mio marito mi ha alzato le mani»

Cinque giorni prima che Vincenza Angrisano finisse uccisa a coltellate dal marito Luigi Leonetti, da cui si stava separando, era finita in ospedale a causa degli schiaffi subiti dal coniuge La donna fu dimessa con una prognosi di quattro giorni. Un elemento inquietante, ricostruito Repubblica, che emerge dal femminicidio avvenuto nella casa in cui viveva la coppia, con i figli di 6 e 11 anni, sulla provinciale 231 per Corato, a tre chilometri da Andria. I due erano separati in casa da circa un mese. Enza voleva chiudere quel rapporto violento. In un vocale a un’amica aveva raccontato l’episodio: «Ho avuto una settimana molto particolare, sono andata in ospedale perché mio marito mi ha alzato le mani».


L’Asl non ha denunciato l’episodio perché non superava i 40 giorni di prognosi

Leonetti ha confessato l’omicidio durante l’interrogatorio davanti alla giudice tranese Anna Lucia Altamura, che ha disposto la custodia in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato dall’aver commesso il fatto contro sua moglie. Per il momento però le indagini, coordinate dal magistrato della Procura tranese Francesco Chiechi e condotte dai carabinieri, non sono chiuse, perché gli inquirenti, oltre all’episodio citato da Repubblica, stanno cercando di capire se vi fossero stati altri precedenti. Al vaglio anche i cellulari della coppia. Enza poteva salvarsi? L’Asl spiega che l’episodio non è stato segnalato ai carabinieri in quanto la prognosi non superava i 40 giorni, come prescritto per legge. «Lei non si confidava troppo con noi. Soltanto loro possono sapere come stavano le cose nella coppia – dichiara al quotidiano Maria Angrisano, sorella di Enza – Questa storia è troppo grossa. Non avrei mai pensato che accadesse a noi. Vorremmo vivere in silenzio il nostro dolore». I figli della coppia ora sono affidati a lei.


Il giorno dell’omicidio

Quel maledetto 28 novembre Vincenza aveva detto a Luigi, prima di uscire, che non sarebbe più tornata a casa. Ha preso il piccolo per portarlo comunque nell’abitazione verso le 17,30. Era sorridente, ricordano a scuola, quando era andata a prendere il bambino. All’arrivo a casa Enza è andata in bagno. Lì Luigi Leonetti l’ha raggiunta, colpendola almeno tre volte, al torace e all’addome. Poi l’uomo ha chiamato il 118 confessando l’omicidio all’operatore. All’arrivo dei carabinieri non ha opposto resistenza. I bambini erano presenti entrambi in casa, e prima di raggiungere gli zii sono stati accolti da psicologi del centro di cura del trauma. Per loro è stata organizzata una raccolta fondi con Iban intestato a Maria Angrisano. Domani mattina, sabato 2 dicembre, verrà eseguita l’autopsia sul corpo della vittima, dal professor Francesco Vinci, dell’istituto di Medicina legale del Policlinico di Bari.

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