Licenziato per una bestemmia, altro caso nel call center a Bologna: «Ce l’aveva col sistema». Scatta lo sciopero

Nuovo caso nell’azienda in cui, appena due mesi fa, era stata mandata a casa un’operatrice accusata di aver insultato una cliente

Ha perso il posto dopo una bestemmia che sarebbe stata «esclamata tra sé e sé» dicono i sindacati che denunciano l’ultimo licenziamento controverso avvenuto alla Covisian, azienda che gestisce in appalto il call center di Hera. Le sigle sindacali Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilco-Uil hanno annunciato un nuovo sciopero di 16 ore, a circa due mesi da un fatto simile avvenuto nel call center di Covisian. In quel caso, un’operatrice era stata licenziata perché accusata di aver insultato una cliente, alla fine di una telefonata descritta come complicata e più lunga del previsto. L’ultimo licenziamento riguarda invece un dipendente che, denunciano i sindacati, avrebbe «esclamato, tra sé e sé, una bestemmia sul posto di lavoro in seguito all’ennesimo malfunzionamento dei sistemi aziendali che impedivano di lavorare». I sindacati riconoscono l’errore del lavoratore, ma criticano l’azienda per il provvedimento considerato fin troppo drastico: «È inconcepibile togliere un posto di lavoro per un fatto del genere, il lavoratore ha indubbiamente sbagliato, ma la sanzione deve essere commisurata a buonsenso e proporzionalità e deve rispettare quanto previsto dal contratto nazionale». L’azienda avrebbe contestato al dipendente licenziato la violazione di norme ormai datate, spiegano ancora i sindacati. Come una legge del codice penale del 1930.


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