Gaza, media israeliani: «Decine di miliziani di Hamas si sono arresi». Ucciso in combattimento il figlio di un ministro

L’appello dell’Unwra sulla situazione nella Striscia: «I rifugi stanno straripando, non ci sono le condizioni per portare aiuti ai civili»

È salito a 89 il numero dei soldati israeliani morti in combattimento a Gaza. Tra loro c’è anche Gal Meir Eisenkot, 25 anni, ucciso nel nord della Striscia. Si tratta del figlio di Gadi Eisenkot, ex capo di stato maggiore dell’esercito di Tel Aviv e attuale ministro del Gabinetto di guerra. Il secondo soldato morto nelle scorse ore si chiamava invece Jonathan David Deitch e aveva 34 anni. Anche lui, come Eisenkot, era un riservista. Nel frattempo, i combattimenti proseguono e – stando a quanto riferito dai media israeliani – decine di miliziani di Hamas si sarebbero arresi all’esercito di Israele nel nord della Striscia di Gaza, presso Jabalya. Nelle immagini pubblicate da Haaretz sono visibili numerose persone, tutti uomini, senza maglietta né pantaloni seduti per strada e allineati. In altre foto e video, si vedono persone a torso nudo portate via su camion militari. Non vi sono ancora dichiarazioni ufficiali sull’identità dei prigionieri.


L’allarme dell’Unwra

Continua a salire intanto il numero delle vittime palestinesi. Negli ultimi due mesi – dagli attacchi del 7 ottobre a oggi – sono 17.177 secondo le stime di Hamas. Di questi, 7.112 sono minorenni, mentre al momento sono circa 7.600 le persone che risultano ancora disperse. Secondo l’Unwra, la situazione a Gaza è «disperata». L’agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati palestinesi punta il dito contro «i pesanti bombardamenti e la ripresa delle operazioni militari» da parte dell’esercito israeliano. Attraverso i propri canali social, l’agenzia Onu scrive che «le condizioni necessarie per consegnare gli aiuti non esistono» mentre «i rifugi stanno straripando».


Morte Issam Abdallah: «Crimine di guerra»

Amnesty International e Human Rights Watch hanno presentato un report sulla morte del video-reporter di Reuter Issam Abdallah, rimasto ucciso in un attacco israeliano nel sud del Libano lo scorso ottobre. Secondo le due ong che si sono occupate del caso, è necessaria l’apertura di un’inchiesta per crimine di guerra. Nel raid rimasero ferite altri sei giornalisti, due di Reuters, due di Al Jazeera, e due della stessa Afp, tra cui la fotografa, Christina Assi, gravemente ferita e ancora ricoverata in ospedale.

Le operazioni nel nord della Striscia di Gaza

Oltre a Khan Younis, le operazioni dell’Idf per stanare i terroristi di Hamas continuano anche nel nord della Striscia. Nell’area circostante al campo profughi di Jabalya – dove le truppe sono avanzate – sono stati individuati diversi tunnel e armi da combattimento ed è stato catturato un avamposto significativo di Hamas. Intanto, dagli Stati Uniti, il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan ha ribadito – a seguito del blocco da parte dei repubblicani al Senato del voto per la proposta di legge con il sostegno a Israele e Ucraina – che il rafforzamento degli aiuti a queste due nazioni e al confine con il Messico «sono priorità bipartisan che meritano sostegno bipartisan».

Israele: «Hamas lancia i suoi razzi vicino a strutture Onu»

Secondo un portavoce dell’esercito israeliano, i 12 razzi lanciati ieri da Hamas contro la città di Beer Sheva, nel sud dello Stato Ebraico, sarebbero partiti «da un posto vicino alle tende dei civili evacuati da Gaza e strutture delle Nazioni Unite». A supporto della sua tesi, il portavoce militare ha allegato un video del lancio dei razzi e ha accusato i terroristi palestinesi di abusare «del popolo di Gaza usandolo per i suoi atti di terrorismo». In Israele, intanto, si continua a fare i conti con lo shock provocato dai massicci attacchi di Hamas dello scorso 7 ottobre, che hanno dato il via alla recente escalation militare. Secondo la Bbc, tra i sopravvissuti alla strage compiuta al Festival Nova – presso il kibbutz Beeri – ci sarebbero stati alcuni suicidi. Il capo della polizia Yaacov Shabtai ha aggiunto che «18, tra giovani uomini e donne, sono stati ricoverati in ospedali di salute mentale perché non stavano più bene».

L’appello di Blinken: «Aprire corridoi sicuri per i civili»

Il Segretario di Stato americano, Antony Blinken, in un’intervista alla Cnn ha lasciato intendere che l’esercito di Israele sembra stia ascoltando il suo appello a operare diversamente da quanto fatto nel nord di Gaza, in termini di danni ai civili. Blinken ha sottolineato la necessità di creare «corridoi sicuri» affinché i civili possano spostarsi «da aree che potrebbero essere in pericolo a luoghi dove saranno al sicuro con cibo, acqua e medicine a sufficienza». Il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, lancia nuovamente l’allarme sulle condizioni in cui versa il sistema sanitario di Gaza. Che è «in ginocchio ed è vicino al collasso».

Foto di copertina: ANSA/Atef Safadi | Bombardamenti aerei israeliani sul distretto Al-Shuja’ia, nella striscia di Gaza (7 dicembre 2023)

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