Netanyahu: «Non è possibile riportare indietro tutti gli ostaggi». La rabbia dei familiari: «È una vergogna»

L’incontro con il premier israeliano di oggi è stato definito «decisamente teso e ostile»

Parole dure da digerire, quelle che il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha pronunciato oggi, 5 dicembre, al cospetto delle famiglie degli ostaggi. In un incontro definito «decisamente teso e ostile», che alcuni partecipanti avrebbero abbandonato in anticipo secondo quanto riportano i media locali, ha detto esplicitamente che «allo stato attuale, non è possibile riportarli tutti indietro»: «Qualcuno può davvero pensare – ha aggiunto – che se questa fosse un’opzione qualcuno la rifiuterebbe?». Ronen Tzur, uno dei capi dell’Hostage Families Forum, ha espresso la rabbia degli interlocutori raccontando che Netanyahu avrebbe letto la maggior parte dei suoi commenti da un testo scritto, senza per giunta rispondere a nessuna domanda. Danny Miran, fratello di Omri, uno degli ostaggi a Gaza, che ha preso parte all’incontro tra le famiglie dei rapiti e il governo (insieme al Gabinetto di guerra), lo ha definito «una vergogna», aggiungendo che «non è stato organizzato». La figlia dell’ostaggio Chaim Peri, 79 anni, si sarebbe infine scagliata contro Netanyahu, per ricordare che il ritorno a casa dei prigionieri dovrebbe essere una priorità più alta della guerra in corso contro Hamas.


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