Gaza, Netanyahu: «L’Idf ha circondato la casa del leader di Hamas Sinwar». Gli Usa ribadiscono: «Non sosteniamo il cessate il fuoco»

Il premier israeliano ha inoltre ribadito che l’Anp non governerà la Striscia: «Educa i propri figli al terrorismo»

«Al momento gli Stati Uniti non sostengono un cessate il fuoco permanente». Lo ha reso noto John Kirby, portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, durante un briefing con la stampa estera. «Non solo rafforzerebbe Hamas ma in qualche modo – conclude -, validerebbe gli attacchi del 7 ottobre». Intanto, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha fatto sapere, citato dai media, che l’Idf sta circondando la casa del leader del partito-milizia Yahya Sinwar: «La notte scorsa ho detto che le nostre forze possono raggiungere chiunque nella Striscia di Gaza. Ora stanno circondando la casa di Sinwar. Non è la sua fortezza e può scappare ma è solo questione di tempo prima che lo prendiamo». Netanyahu – sempre secondo i media – avrebbe inoltre risposto alle dichiarazioni a Sky News del presidente Abu Mazen che ha ribadito la volontà dell’Anp di governare la Striscia dopo la guerra. «Finché sarà premier non accadrà», ha detto il primo ministro spiegando che «coloro che educano i propri figli al terrorismo, lo finanziano e ne sostengono le famiglie, non saranno in grado di governare Gaza dopo aver eliminato Hamas». Le truppe israeliane hanno annunciato in queste ore la morte di un altro soldato – un riservista – ucciso in combattimento nel nord della Striscia. Secondo i dati dei media, il totale – dall’inizio dell’operazione di terra – è di 84 soldati morti.


Crosetto: «C’è ricognizione per ospedale italiano a Gaza»

Il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, in un’informativa alla Camera oggi – mercoledì, 6 dicembre – ha reso noto che «non appena le condizioni lo consentiranno, sarà schierato un ospedale da campo italiano a Gaza». Da giorni «abbiamo interlocuzioni con Israele, Egitto ed Emirati arabi uniti – continua Crosetto – per trovare la soluzione più idonea. Da ieri un team militare è andato in ricognizione nel sud della Striscia. Questa operazione l’abbiamo chiamata “Levante” e quando avremo più chiarezza definiremo l’iter di autorizzazione dell’attività con il coinvolgimento del Parlamento».


Israele revoca il visto alla coordinatrice umanitaria dell’Onu

In mattinata, Israele ha revocato il visto a Lynn Hastings, coordinatrice umanitaria delle Nazioni Unite. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri Eli Cohen. Mentre l’esercito annuncia di aver ucciso cinque comandanti di Hamas in un tunnel e gli Stati Uniti fanno sapere che si aspettano che l’offensiva di terra a Gaza duri fino a gennaio 2024. Stephane Dujarric, portavoce del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, ha precisato che la revoca del visto risale alla scorsa settimana. E ha ribadito la fiducia ad Hastings. Accusata invece da Israele di non aver condannato Hamas per l’attacco del 7 ottobre: «Qualcuno che non ha condannato Hamas per il brutale massacro di 1.200 israeliani, per il rapimento di bambini e anziani e per gli orribili atti di abuso e stupro, e per aver usato gli abitanti di Gaza come scudi umani, ma condanna invece Israele, un paese democratico che protegge i suoi cittadini, non può prestare servizio nelle Nazioni Unite e non può entrare in Israele», ha detto Cohen.

I cinque comandanti

L’Idf ha fatto sapere che cinque comandanti di Hamas sono stati eliminati. Secondo i militari si nascondevano in un tunnel dalle parti dell’ospedale indonesiano. I nomi sono: Abu Rakba, Rafat Salman, Ahmed Al-Ghandoor, Wael Rajab e Ibrahim Al-Biari. Inoltre, scrive l’Idf, «quattro comandanti di battaglione sono stati eliminati nella Brigata Gaza, la più grande di Hamas, e il battaglione Tsabra è stato danneggiato in modo significativo e il suo quartier generale è stato messo fuori uso». L’aviazione ha fatto sapere di aver colpito 250 obiettivi in 24 ore. Un comunicato di Medici Senza Frontiere fa invece sapere che la disponibilità di carburante e di medicinali nell’ospedale di Al-Aqsa ha raggiunto livelli critici. «I pazienti ricoverati sono 700 e ne arrivano sempre di nuovi. Stiamo esaurendo le forniture essenziali per curarli», afferma Marie-Aure Perreaut Revial, coordinatrice delle emergenze di Msf a Gaza».

L’allarme di Msf

E ancora: «La carenza di medicinali e di carburante potrebbe impedire all’ospedale di fornire interventi chirurgici salvavita o cure intensive. Senza elettricità i ventilatori non funzionerebbero più, le donazioni di sangue sarebbero interrotte e la sterilizzazione degli strumenti chirurgici sarebbe impossibile. È fondamentale facilitare la fornitura di materiale umanitario», conclude.

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