Concia nominata coordinatrice di Educare alle relazioni, Lega e Fratelli d’Italia contro Valditara: «Scelta divisiva, va revocata»

Il consigliere regionale dell’Emilia-Romagna Matteo Montevecchi ha chiesto le dimissioni del ministro: «Ha dimostrato un gigantesco complesso di inferiorità culturale»

Scelta divisiva, rischio indottrinamento, richieste di dietrofront e persino di dimissioni del ministro. Proprio dal partito che lo sostiene. La scelta del ministro Giuseppe Valditara di nominare Anna Paola Concia come una delle tre coordinatrici – insieme a suor Anna Monia Alfieri e all’avvocato Paola Zerman – del progetto per le scuole Educare alle relazioni è risultata sgradita a un pezzo della Lega e di Fratelli d’Italia, che subito dopo la decisione hanno manifestato il loro malcontento. «Non c’è bisogno di nomi o soluzioni divisive per educare alle relazioni, soprattutto se rischiano di alimentare polemiche», ha detto la responsabile del Dipartimento famiglia della Lega Simona Baldassarre, «la scuola non è luogo per le ideologie o per l’indottrinamento. La scuola deve essere libera, luogo di formazione e di confronto per le nuove generazioni. Per educare gli alunni ci sono un ministero efficiente e ben guidato, straordinari insegnanti e soprattutto le famiglie». Dello stesso avviso la deputata di FdI Maddalena Morgante, responsabile nazionale del Dipartimento Famiglia e valori non negoziabili del partito. «Non l’avrei fatto», ha spiegato Morgante, «è una bravissima persona, ma non vedo perché debba essere lei a occuparsi di questo progetto. Su questo non sono d’accordo con l’amico leghista Valditara».


La richiesta di dimissioni

A far infuriare i rappresentanti dei due partiti di maggioranza è il profilo di Anna Paola Concia: attivista Lgbtqia+ ed ex deputata del Partito democratico. La critica più forte è arrivata da Matteo Montevecchi, consigliere regionale della Lega in Emilia-Romagna. «Sono rimasto basito, una decisione che milioni di italiani si sarebbero aspettati da un governo targato Schlein e teoricamente non da questo», scrive su Instagram, «dopo non aver mosso un dito riguardo le dannose carriere alias adottate da diverse scuole, ora cavalcando la narrativa dominante Valditara si propone di “sradicare” i presunti “residui di una cultura maschilista, macista della società italiana” e per inseguire tal proposito arriva a selezionare con nonchalance a capo di un progetto dedicato alle scuole direttamente un profilo iper progressista». E aggiunge: «Dire che il ministro Valditara debba revocare la nomina di Paola Concia è scontato, giunti a questo punto in assenza di dietrofront, mi aspetto le sue dimissioni immediate, poiché inadeguato in quanto ha dimostrato platealmente un gigantesco complesso di inferiorità culturale». Montevecchi promette quindi che non smetterà di occuparsi della vicenda finché dal ministero non arriveranno risposte: «Caro ministro, questa non sarà la classica “polemica” che dura due giorni, come immagino penserà, perché noi saremo disposti a ricordarle oggi, domani e sempre che l’educazione è una prerogativa della famiglia, figuriamoci se siamo disposti a delegarla alla Concia».


La petizione di Pro Vita

Sul tema è intervenuta anche l’associazione Pro Vita & Famiglia, la onlus che impegnata contro il diritto all’aborto, all’eutanasia e ai diritti Lgbtqia+. Il portavoce Jacopo Coghe ha annunciato una petizione popolare rivolta al ministero dell’istruzione. «La presenza accanto alla Concia di persone di area cattolica o di centrodestra non solo non ci rassicura minimamente, ma ci costringe a ribadire che l’educazione affettiva dei nostri figli non è compito di funzionari statali di qualsiasi provenienza culturale, ma dei genitori stessi», afferma Coghe, che chiede «un chiarimento politico trasparente con la revoca di questa assurda nomina degna di un governo di sinistra».

La risposta di Concia

«Bisogna avere pazienza, domani avranno qualcos’altro su cui vomitare odio», ha commentato laconicamente Anna Paola Concia, che in mattinata aveva sottoscritto una nota congiunta con le altre due coordinatrici scelte dal ministro Valditare per il progetto Educare alle relazioni. «Ci sono temi che dovrebbero unire tutti senza distinzioni di colore politico o appartenenza culturale», si legge nel documento, «uno di questi è la lotta alla violenza contro le donne. Purtroppo anche su questo tema si è assistito troppo spesso a polemiche strumentali e divisive che non servono alla causa». Le tre coordinatrici difendono la scelta del ministro di nominare tre persone così diverse tra loro, una differenza che viene rivendicata: «Tre donne diversissime per appartenenza culturale ma sinceramente consapevoli che è arrivato il momento di un grande sforzo unitario per una società fondata sulla cultura del rispetto, in cui la donna non sia più il bersaglio di soprusi, dove non vi siano più violenze e discriminazioni». E concludono: «Abbiamo accettato di metterci al servizio di un progetto equilibrato, serio e utile per le ragazze e i ragazzi, basato sul dialogo. A partire da noi tre, tre donne così diverse».

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