Educare alle relazioni, parla Suor Monia Alfieri: «Le polemiche su Concia? Inutili. Non parleremo di gender nelle scuole»

Quanto alle sue due compagne di viaggio scelte in questo progetto educativo, è fermamente convinta che le loro differenze renderanno il progetto davvero efficace

La politica e attivista Anna Paola Concia, l’avvocata Paola Zerman e suor Monia Alfieri. Sono loro le garanti scelte dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara per il progetto educativo di Educazione alle relazioni. Una decisione che, però, sta generando non poche polemiche, soprattutto nel centrodestra che considera i tre nomi «divisivi». A generare il maggior scontento è Concia, attivista Lgbtqia+ ed ex deputata del Partito democratico, accusata dalla Lega di poter fare «indottrinamento». Oggi, in un’intervista a La Stampa, suor Monia Alfieri definisce «stucchevoli e surreali» le polemiche sulla collaborazione con Concia. «L’educazione alle differenza passa attraverso il confronto di opinioni diverse. Non c’è accettazione con l’omologazione», ci tiene subito a chiarire a colloquio con Francesca Del Vecchio.


Il progetto

Il progetto dell’educazione alle relazioni prevede la costituzione di gruppi di discussione tra studenti moderati da docenti delle stesse classi, formati dall’Ordine degli psicologi, che avranno esclusivamente ad oggetto la lotta alla discriminazione e alla violenza verso le donne. Suor Monia Alfieri è esperta di politiche scolastiche e più volte ha svolto consulenze per i ministri dell’istruzione. Quanto alle sue due compagne di viaggio scelte in questo progetto educativo, è fermamente convinta che le loro differenze renderanno il progetto davvero efficace. Sulle polemiche contro Paola Concia scatenate da Pro Vita replica: «Potrei capirle se l’obiettivo del ministro fosse introdurre nelle scuole la cultura gender, ma qui di parla di tutt’altro: Valditara ci ha chiamate per un progetto di contrasto alla violenza contro le donne».


«L’omofobia va condannata»

L’obiettivo del progetto, ci tiene a sottolineare la suora, «è che le ragazze abbiano piena conoscenza di loro stesse e che i ragazzi imparino a rispettare loro stesse». I giovani, a suo avviso, sono molto «fragili, non sanno accettare i no e i fallimenti e quando si trovano davanti a un rifiuto o a una sconfitta, perdono la testa». I tempi cambiamo e l’educazione deve stare al passo. Ne è convinta suor Alfieri che chiosa: «In una società come la nostra dobbiamo bisogna che educhiamo i maschi a misurarsi con una donna libera, emancipata e competitiva». Quanto all’omosessualità non ha dubbi: «Non può essere ignorata. E dove non c’è accettazione, bisogna condannare la violenza omofoba». Sulle presunte e infondate teorie gender, suor Monia conclude: «In una scuola non può passare il messaggio della teoria gender o lgbt perché sono argomenti che esulano da quel mondo. Questi temi spettano alle famiglie».

Leggi anche: